Gaza, Netanyahu annuncia massiccia invasione. Idf: “Sposteremo parte della popolazione”

Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato il piano per la conquista e il mantenimento di tutta la Striscia di Gaza e rimanervi a tempo indeterminato. Il piano, che include lo sfollamento di centinaia di migliaia di palestinesi nel sud di Gaza, avrebbe creato un certo allarme a livello internazionale

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A 24 ore di distanza dall’offensiva contro l’aeroporto di Tel Aviv, dove è esploso un missile inviato dagli Houthi, Israele è pronto a prendersi la sua vendetta. Ieri sera, il gabinetto di sicurezza israeliano è rimasto riunito fino a tardi, dove è stata decisa, come dichiarato da Netanyahu, “un’azione intensa per la sconfitta di Hamas, che ci aiuterà anche nella liberazione degli ostaggi“. Un consiglio che sarebbe stato avanzato dal Capo di Stato maggiore, secondo cui la popolazione che vive sulla Striscia sarà spostata per “proteggerla“. E il leader israeliano tiene il punto ribadendo come “non ci saranno più ingressi e uscite, non ci saranno più incursioni” di Hamas in Israele.

L’acuirsi delle ostilità potrebbe però essere fatale per gli ostaggi di Israele a Gaza. A comunicarlo è il Capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir, dopo la dichiarazione di un’operazione su larga scala nella Striscia, che prevede un’escalation delle azioni militari e l’occupazione della Striscia. L’Agenzia delle Nazioni Unite ha già respinto il piano israeliano che prevede anche la modifica delle modalità di ingresso e distribuzione degli aiuti umanitaria a Gaza.

Intanto, il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha pubblicato un nuovo video in cui risponde a domande poste dal suo ufficio stampa in cui fa riferimento alla decisione di non istituire una commissione statale d’inchiesta sul 7 ottobre. “Dobbiamo farlo, ma alla fine della guerra“, ha puntualizzato il leader israeliano, avvertendo di essere “alla vigilia di un’invasione massiccia di Gaza, secondo le raccomandazioni dello Stato maggiore“.

Intanto, una fonte della sicurezza israeliana ha confermato che oggi è stato sganciato il sesto attacco delle Forze di Difesa israeliane nei confronti dello Yemen. Nel porto di Hodeida sarebbero state sganciate 50 bombe, destinate a distruggere gli impianti di produzione di cemento, a loro volta utilizzati per la produzione di armi. “Questo è un attacco molto forte, e non sarà l’ultimo. I giochi sono finiti“, ha poi dichiarato il funzionario, spiegando che nel porto erano presenti alcune armi appena consegnate dall’Iran agli Houthi.

Onu, Guterres: “Sono allarmato da intenzioni di Israele”

Al momento, le informazioni sull’offensiva che Israele ha intenzione si mettere in atto a Gaza sono minime. Da quanto si apprende dall’esercito israeliano, sembra che il piano preveda innanzitutto lo sfollamento dellamaggior partedegli abitanti della Striscia per garantirne la sicurezza e per allontanarli da Hamas. “L’operazione includerà un attacco su vasta scala“, hanno poi aggiunto, generando una certa preoccupazione a livello internazionale.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto “allarmato” dalle intenzioni dello Stato ebraico, in quanto questa operazione non farò altro che espandere il numero delle morti tra i civili e provocare ulteriore distruzione all’interno del territorio palestinese.

L’Ue: “Preoccupati dal piano israeliano a Gaza”

Esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione“, riporta il portavoce dell’Unione per la Politica estera, Anouar El Anouni, nel briefing quotidiano con la stampa, ribadendo come il piano per occupare Gaza causerà ulteriori vittime e sofferenze alla popolazione palestinese. “L’Alta rappresentante – spiega il portavoce – ha chiarito che la ripresa dei negoziati era l’unica via da seguire. E’ essenziale il ritorno al cessate il fuoco, che porterà al rilascio di tutti gli ostaggi e alla cessazione definitiva di tutte le ostilità“.

Pertanto risulta essenziale ripristinare immediatamente l’accesso e la distribuzione degli aiuti umanitari, nonché la fornitura di elettricità a Gaza. L’Unione europea esorta inoltre “l’establishment israeliano a revocare il blocco di Gaza affinché gli aiuti umanitari possano riprendere a fluire su larga scala“.

L’Idf: “Il piano è ampio ma limitato”

Per placare gli animi, arriva la precisazione degli alti ufficiali dell’Idf a Ynet, in seguito anche alla tensione che si è creata in Israele sia nell’opinione pubblica che tra le famiglie degli ostaggi, spiegando che è importante capire con esattezza che cosa è stato approvato e che cosa no dal gabinetto.

Il piano approvato dal gabinetto di sicurezza per l’espansione dell’operazione a Gaza – chiariscono – è ampio ma comunque limitato: non prevede operazioni nelle zone dove si sospetta la presenza di ostaggi. L’Idf passerà da incursioni temporanee alla conquista di aree (ma non dell’intera Striscia), con operazioni di bonifica e attività intensiva nei tunnel“.

Il piano di Israele per la “conquista di Gaza”

Il piano trapelato sui media israeliani, prevede la “conquista di Gaza”, secondo quanto riportato da una fonte del governo israeliano citata dal Times of Israel. L’intenzione è di impedire al gruppo terroristico di Hamas di prendere il controllo degli aiuti umanitari.

La strategia prevede cha sia abbandonata la distribuzione all’ingrosso e l’immagazzinamento degli aiuti. Secondo quanto riportato dall’ONU, gli organizzatori internazionali e gli appaltatori di sicurezza privati devono “distribuire il cibo alle singole famiglie, rappresentate ognuna da una sola persona che sarà controllata dall’Idf e raggiungerà i luoghi di distribuzione“.

Il piano dovrebbe essere messo in atto solo dopo l’evacuazione della popolazione dal nord e dal centro della Striscia nella zona dei corridoi Morag e Filadelfia. Non è previsto il coinvolgimento diretto dei soldati dell’Idf nella distribuzione degli aiuti ma dovranno “fornire un livello di sicurezza esterna per gli appaltatori privati“.

Secondo quanto riportato dal Times of Israel, le direttive saranno applicate solo dopo la visita di Donald Trump nella regione la prossima settimana e, fino ad allora, si cercherà di raggiungere un accordo con Hamas su un cessate il fuoco e gli ostaggi.

Questo metodo dovrebbe rendere più complicato il dirottamento dei viveri verso le milizie di Hamas ma allo stesso tempo rende problematico il sostentamento della popolazione. Risultano infatti chiusi i valichi che garantiscono il passaggio dei camion con gli aiuti.

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