L’attacco sferrato dall’Iran nei confronti di Israele ha provocato danni non troppo gravi agli edifici del Paese. Sono poche decine le persone rimaste ferite, per lo più a causa del panico scatenato dalla fuga dalle grandi città in direzione dei rifugi. L’offensiva sarebbe durata circa cinque ore e si sarebbe conclusa con il 99% degli obiettivi neutralizzati da Israele. Il sofisticato sistema Iron Dome, scudo di ferro, ha permesso ad Israele di intercettare in anticipo l’arrivo di droni e missili, evitando così che questi colpissero i loro obiettivi.
I cittadini sono stati invitati a tornare nelle loro abitazioni intorno alle quattro del mattino, quando l’Idf era certa che gli attacchi si fossero conclusi. Per tutta la durata dell’offensiva, nel resto del mondo si è respirato un clima di incertezza e preoccupazione, a causa dell’apocalittica escalation che potrebbe derivare dall’attacco subito dallo Stato ebraico. Nella notte Israele ha a sua volta promesso vendetta, ma già alle prime ore dell’alba, fonti interne allo Stato hanno dichiarato che non vi è alcuna certezza su un secondo attacco verso l’Iran.
La situazione a due giorni dall’attacco resta ancora tesa. Israele ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di imporre sanzioni dure allo stato islamico, il quale a sua volta ha dichiarato, attraverso le parole dell’ambasciatore di Teheran all’Onu Saed Iravani, di aver agito “esercitando il proprio diritto all’autodifesa“.
Il timore dei leader mondiali
Il presidente americano Joe Biden ha incontrato il leader della maggioranza democratica al Senato Chuck Schumer, quello della minoranza repubblicana Mitch McConnell, lo speaker della Camera Mike Johnson e il leader della minoranza dem alla Camera Hakeem Jeffries “per discutere dell’attacco senza precedenti dell’Iran contro Israele“. Biden, durante l’incontro, ha sottolineato l’importanza degli aiuti militari ed economici che il Paese offre a Israele e Ucraina, esortando il Congresso ad approvare “il prima possibile” la legge sulla sicurezza nazionale.
Il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha invece nuovamente mostrato la sua preoccupazione nei confronti di una nuova escalation del conflitto che “rischia di sfuggire al controllo e minacciare la stabilità della regione mettendo in pericolo i civili di ogni Paese“. Il Paese sarebbe pronto ad “intensificare gli sforzi in cooperazione con i suoi partner per disinnescare l’attuale crisi, che vede al centro i continui attacchi alla Striscia di Gaza e la sofferenza quotidiana del popolo palestinese“.
“L’attacco non fa altro che aggravare la già precaria situazione nel Medio Oriente“, ha invece dichiarato il primo ministro giapponese Fumio Kishida, aggiungendo: “Siamo estremamente preoccupati e consideriamo la mossa come un’ulteriore istigazione a un conflitto su larga scala“. Allo stesso modo, Pechino ha invitato alla “massima calma e moderazione” tutte le parti coinvolte.
Cosa sappiamo sull’attacco dell’Iran e la reazione di Israele
Sembrerebbe che l’attacco sferrato dall’Iran non sia riuscito a rispettare tutti gli obiettivi posti dagli alti vertici dello Stato. Israele è infatti riuscita ad intercettare il 99% dei droni e dei missili inviati, quando le speranze dello Stato islamico prevedevano che Israele sarebbe riuscita a fermare massimo il 90% delle forze aeree. Le stime dell’Iran erano basate sulla guerra tra Mosca e Kiev ma, ancora una volta, il conflitto in Medio Oriente ha dimostrato di essere ben diverso da quello russo-ucraino.
I danni ad Israele, quindi, sono stati meno di quelli preventivati ed ora il Paese sta valutando in che modo rispondere. Per ora, però, lo Stato ebraico non sembra intenzionato a porre fine alla guerra contro Hamas, come ha dichiarato il portavoce militare Daniel Hagari: “Nonostante gli attacchi dell’Iran, non abbiamo perso di vista, nemmeno per un momento, la nostra missione essenziale a Gaza, che è quella di salvare gli ostaggi tenuti da Hamas“.
La reazione del mondo all’attacco verso Israele
Mentre in Iran una folla di cittadini si è riversata in strada brandendo bandiere iraniane, palestinesi e del gruppo paramilitare Hezbollah, il resto del mondo attendeva con una certa apprensione gli sviluppi dell’offensiva. I video dei droni illuminati che cadono come una pioggia nel cielo di Israele hanno fatto il giro del mondo, mostrando ancora una volta la potenza dello Stato di Israele.
Il 99% dei droni e dei missili lanciati non ha toccato terra, come ha ricordato più volte il primo ministro Netanyahu. Il sostegno economico e militare gli Usa e dei loro alleati ha dato i suoi frutti, ma ora Joe Biden ha voluto compiere un passo indietro. Il segretario della Difesa Loyd Austin ha ricordato che il sostegno statunitense è “incrollabile“, ma il presidente Usa ha espresso privatamente anche i suoi timori su un probabile avvicinamento degli Usa a un’escalation.
Biden e Meloni hanno quindi convocato il G7, che si incontrerà oggi pomeriggio in concomitanza con la riunione di Netanyahu con i suoi funzionari per decidere se attaccare nuovamente l’Iran. Il Consiglio dell’Onu si riunirà in sessione straordinaria per discutere delle possibilità che l’attacco aereo dell’Iran ha aperto. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha invitato alla prudenza, ricordando poi che nessuna squadra italiana è impegnata in azioni offensive.
I comunicati di Israele e dell’Iran
Lo Stato iracheno ha confermato che la pioggia di droni e missili ha posto fine all’attacco. Non ci saranno più offensive nei confronti di Israele. A sua volta Netanyahu ha promesso vendetta, per poi rinviare la decisione sulla risposta bellica ad oggi. A conclusione dell’attacco, il primo ministro israeliano ha pubblicato un post su X in cui si legge: “Li abbiamo intercettati, li abbiamo respinti, insieme vinceremo“.
Anche il presidente americano Joe Biden si è congratulato con lo Stato di Israele per la riuscita dell’operazione. L’Iran ha risposto ricordando che nel caso in cui Israele decida di rispondere, le conseguenze “saranno decisamente più dure“. L’Iran ha infatti più volte sottolineato come la risposta all’attacco di Damasco sarebbe stata proporzionata, ma a seguito della pioggia di missili e droni, le alte cariche europee, statunitensi e cinesi hanno criticato la scelta iraniana.
“L’attacco senza precedenti dell’Iran con droni e missili contro Israele è una grave escalation. Rischia di scatenare un ulteriore caos in tutto il Medio Oriente“, ha scritto la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola, seguita da Ursula Von der Leyen che ha sottolineato: “Condanno fermamente il palese e ingiustificabile attacco“.
“Condanno fermamente la grave escalation rappresentata dall’attacco dell’Iran contro Israele e chiedo la cessazione immediata di queste ostilità” ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, esortando “tutte le parti a esercitare la massima moderazione per evitare qualsiasi azione che possa portare a scontri militari su più fronti in Medio Oriente. Né la regione né il mondo possono permettersi un’altra guerra“.
Le ipotesi sull’attacco aereo dell’Iran
Decine di droni suicidi nella tarda serata di ieri sono partiti dall’Iran verso lo Stato del primo ministro Netanyahu, come hanno confermato alcune fonti dell’intelligence israeliana e statunitense. Una fonte militare israeliana avrebbe detto al canale televisivo Al Arabiya che “decine di droni stanno attraversando le province meridionali irachene di Maysan e Al-Nasiriyah in rotta verso il territorio di Israele“.
Entrambi gli Stati avrebbero chiuso il loro spazio aereo durante l’intera durata dell’offensiva. Il premier Benjamin Netanyahu ha rassicurato la popolazione con un comunicato. “Cittadini israeliani, negli ultimi anni, e ancor più nelle ultime settimane, Israele si sta preparando alla possibilità di un attacco diretto da parte dell’Iran – ha dichiarato il premier israeliano – i nostri sistemi di difesa sono schierati, siamo preparati per qualsiasi scenario, sia in difesa che in attacco“.
Nella tarda serata di ieri, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva annunciato che gli Usa avrebbero dotato Israele di “nuove capacità” per contrastare l’offensiva e nel caso contrattaccare. “Apprezziamo il fatto – ha infatti aggiunto il primo ministro – che gli Usa siano al fianco di Israele, così come il sostegno della Gran Bretagna, della Francia e di molti altri paesi. Chiunque ci fa del male, noi lo colpiamo. Ci difenderemo da ogni minaccia e lo faremo con freddezza e determinazione“.
Israele, la risposta dell’Iran all’attacco a Damasco
L’offensiva iraniana è figlia del bombardamento subito dall’ambasciata iraniana a Damasco, in Siria. Nell’attacco, non rivendicato da Israele, sono morte in totale 13 persone, tra cui due generali pasdaran. Da quel momento l’Iran ha minacciato lo Stato di Israele, promettendo un’azione vendicativa. Gli Usa si sono schierati fermamente con lo Stato di Netanyahu, dichiarando che il sostegno statunitense verso di loro è “incrollabile“. Il presidente Joe Biden ha incontrato i funzionari del Consiglio per la sicurezza nazionale nella situation room della Casa Bianca.
Non è chiaro se Israele abbia intenzione di rispondere immediatamente all’attacco, né se i bersagli dei droni siano edifici civili o militari. Nella tarda serata di ieri, il Comando interno israeliano aveva comunicato la chiusura di scuole e asili e il divieto di assembramenti a partire dalle 23 di ieri fino alle 23 di lunedì 15 aprile, come misura di protezione nei confronti della popolazione nel caso di un attacco dell’Iran. Secondo fonti degli Usa l’attacco dell’Iran durerà diverse ore.
“In risposta ai numerosi crimini del malvagio regime sionista, tra cui l’attacco al consolato e l’uccisione di forze militari irachene, l’Iran ha attaccato Israele nelle prime ore di domenica“, hanno affermato le Guardie Rivoluzionarie irachene, per poi aggiungere: “Questo fa parte della punizione del regime illegittimo e criminale, attraverso l’operazione denominata ‘Vadeh Sadegh’ (Vera promessa). I dettagli dell’attacco iraniano saranno pubblicati a breve“.