La posizione del presidente ucraino: Kiev non cederà territori in cambio di una tregua. Il consigliere Dvornyk denuncia il rapimento di almeno 230mila bambini da parte di Mosca
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, durante il suo consueto videomessaggio rivolto alla nazione, ha sostenuto che l’Ucraina ha bisogno di più armi per rispondere alla dura offensiva russa di questi ultimi giorni. Il presidente ucraino, proprio per questo motivo, è tornato a chiedere agli alleati occidentali il pieno sostegno nella fornitura di armi, necessarie al paese per resistere.
In questa fase molto delicata del conflitto, c’è bisogno che l’Ucraina sia in grado di difendersi dall’attacco molto pesante che la Russia sta conducendo in alcune zone della parte est dell’Ucraina. Zelensky rivolgendosi al paese ha detto: «Le forze armate ucraine, la nostra intelligence e tutti coloro che difendono lo Stato si oppongono all’offensiva estremamente brutale delle truppe russe nell’est. In alcuni luoghi, il nemico supera di gran lunga l’equipaggiamento e il numero dei nostri soldati- poi ringrazia chi è con il popolo ucraino- Sono grato a tutti coloro che ne hanno parlato, anche a Davos, e a chi ne parla sui media e nelle capitali dei principali Paesi, nonostante le pressioni di tutti coloro che sono rimasti bloccati nel XX secolo, quando gli interessi dei popoli venivano spesso barattati nel tentativo di soddisfare gli appetiti dei dittatori».
Come nel Ventesimo Secolo
È da giorni molto chiaro Zelensky sul fatto che non cederà territori in cambio di tregua. Il presidente, durante il suo intervento, ha utilizzato un tono polemico sulla mentalità del XX secolo riferendosi all’ex segretario americano Henry Kissinger, il quale aveva ipotizzato possibili concessioni da parte di Kiev per sedersi al tavolo con Mosca.
Il presidente ucraino ripete continuamente e ormai da giorni che finché le truppe russe bombarderanno il suolo ucraino non si potrà nemmeno considerare l’idea di sedersi a un tavolo. Ieri il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è intervenuto al forum economico di Davos e ha parlato di guerra di identità, la resistenza ucraina sta lottando per dimostrare una propria identità nazionale, quella, che a febbraio scorso è stata messa in discussione da Mosca.
Intanto, ieri il Consigliere della missione permanente dell’Ucraina, Sergiy Dvornyk, in un dibattito sulla protezione dei civili durante i conflitti armati che si è tenuto presso l’Onu nel palazzo di vetro, ha denunciato il rapimento di almeno 230mila bambini ucraini dalle forze russe. Il Consigliere Dvornyk spiega: «È un crimine volto a distruggere la nazione ucraina».