L’obiettivo di formare un nuovo esecutivo per la Germania entro Pasqua non è stato rispettato, ma dopo settimane di trattative, è stato finalmente raggiunto l’accordo. Oggi l’Unione CDU/CSU e l’SPD hanno firmato il contratto di coalizione, e domani Friedrich Merz, leader dei conservatori, giurerà davanti al Bundestag diventando il nuovo cancelliere tedesco.
Al suo fianco, presteranno giuramento anche i membri del nuovo governo. Tra le conferme più rilevanti c’è quella di Boris Pistorius alla Difesa, figura centrale nella politica di sicurezza tedesca e strenuo sostenitore dell’Ucraina. A lui spetterà il compito di guidare il massiccio piano di riarmo nazionale, con l’obiettivo di potenziare le capacità militari della Germania e ridurre la dipendenza strategica dagli Stati Uniti.
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Germania, nuovo esecutivo: equilibri e priorità
Oltre a Pistorius, spicca la nomina di Lars Klingbeil alle Finanze, che ricoprirà anche il ruolo di vice-cancelliere. Klingbeil, nuovo leader dell’SPD, prende il posto di Olaf Scholz, che rimarrà in Parlamento come semplice deputato. Ai socialdemocratici andranno anche i dicasteri dell’Edilizia, dello Sviluppo, dell’Ambiente e della Giustizia.
I conservatori della CDU, invece, controlleranno dieci ministeri, tra cui quello degli Esteri, affidato a Johann Wadephul, noto per le sue posizioni filo-ucraine e per la dura linea contro Mosca.
Per Merz, 69enne ex rivale di Angela Merkel, le sfide non mancano: dovrà rilanciare un’economia in recessione da due anni e rafforzare la difesa europea in un contesto segnato dal disimpegno strategico degli USA e dalla crescente minaccia russa. Ma a complicare ulteriormente il quadro è l’emergere di un nuovo fronte politico: la questione AfD.
La “grana” AfD: tra accuse e possibili divieti
Il partito di estrema destra, recentemente bollato dai servizi segreti tedeschi come “minaccia per la democrazia“, ha risposto con una denuncia contro le autorità, aprendo un conflitto che il nuovo governo dovrà gestire sin dai primi giorni. L’ esecutivo, insieme a Bundestag e Bundesrat, ha ora la facoltà di valutare un’ eventuale richiesta di messa al bando dell’AfD, sulla base delle prove raccolte dall’intelligence.
Lars Klingbeil ha definito il partito di Alice Weidel un “attacco alla Germania“, e nell’SPD cresce il sostegno a un possibile divieto. Merz, per ora, mantiene una posizione più cauta, pur avendo spesso criticato l’AfD. Tuttavia, anche tra i conservatori non mancano voci favorevoli a un’azione decisa contro la formazione ultranazionalista, arrivata seconda alle elezioni di febbraio.
Le reazioni internazionali: Usa e Russia sul piede di guerra
La polemica ha travalicato i confini nazionali, con Washington e Mosca che hanno preso posizioni diametralmente opposte. Il vicepresidente americano JD Vance ha paragonato la situazione a un “nuovo Muro di Berlino“, mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha denunciato una “tirannia mascherata” in Germania.
La Russia, dal canto suo, non ha perso l’occasione per criticare Berlino: il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato di “persecuzione politica” contro l’AfD, alimentando ulteriormente lo scontro diplomatico.
Quella di Merz si prospetta dunque una legislatura ricca di sfide, sia sul piano interno che internazionale. Tra crisi economica, tensioni politiche e pressioni esterne, il nuovo cancelliere dovrà dimostrare di saper guidare la “locomotiva d’Europa” in un momento particolarmente delicato. E l’ombra dell’AfD, con il suo potenziale destabilizzante, rischia di rendere il compito ancora più difficile.
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