Il capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh ha subito un attacco privato e personale da parte di Israele. I suoi tre figli, Hazem, Amir e Mohammad sono rimasti uccisi in un raid aereo israeliano, mentre si trovavano nella Striscia di Gaza. Sembrerebbe che insieme a loro siano morti anche i loro figli, portando a sette il numero dei famigliari di Haniyeh che sono stati uccisi. Il leader di Hamas vive in esilio a Doha, in Qatar, e avrebbe appreso la notizia della morte dei suoi famigliari mentre stava prestando soccorso ad alcuni pazienti in ospedale.
“Sono martiri, la loro morte non influenzerà Hamas“, avrebbe dichiarato l’uomo, mentre l’Idf avrebbe rivendicato l’attacco, affermando che le vittime del raid erano “tutti operativi militari di Hamas“. A complicare ancora di più la questione, poi, si aggiungono anche le difficoltà della fazione palestinese a “rintracciare 40 ostaggi israeliani per l’accordo“.
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Ad Ismail Haniyeh sono giunte le condoglianze del Presidente turco Erdogan, che ha affermato che lo Stato ebraico “sarà ritenuto responsabile di crimini contro l’umanità“, e del presidente iraniano Ebrahim Raisi. Quest’ultimo ha voluto sottolineare che “il crimine ha ulteriormente rivelato la natura brutale e ammazza bambini di questo regime“, così come ha dimostrato che Israele “non aderisce ad alcun principio morale e umano per salvarsi dal pantano del collasso“.
A Gaza cresce il rischio di una carestia
Nel frattempo, le condizioni di coloro che vivono all’interno della Striscia di Gaza diventano di giorno in giorno più complesse. L’inviato speciale degli Stati Uniti per gli sforzi umanitari a Gaza, David Satterfield, ha avvertito che “c’è un rischio imminente di carestia per la maggioranza, se non per tutti, i 2,2 milioni di abitanti di Gaza“. Un rischio che si aggiunge a quello dell’imminente operazione israeliana, che secondo Netanyahu avrebbe già una data. Nelle ore successive all’annuncio, però, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha smentito le parole del primo ministro, affermando invece che la data dell’offensiva non è ancora stata scelta.
Il comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, durante la sua audizione alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha affermato che “a Rafah non ci sono le condizioni per la costruzione di un ospedale da campo. Siamo eventualmente pronti a rischierare nave-ospedale o ospedale da campo. Le condizioni all’interno di Gaza, a Rafah, non ci sono. L’idea era di metterla vicino al valico, ma tutto questo è sempre subordinato alla possibilità di curare i pazienti“. La situazione è tragica e la possibilità di un imminente attacco dell’Iran ad Israele aggrava ancora di più il quadro.
Tajani: “Evitare uno scontro militare tra Iran e Israele“
Gli Stati Uniti prevedono che un “imminente” attacco terroristico da parte dell’Iran, o di gruppi filo-iraniani, a Israele. La notizia è stata riportata da Bloomberg, che ha citato alcune fonti che confermavano che l’attacco ad alcuni target israeliani, probabilmente militari o governativi, sarebbe previsto per i prossimi giorni.
Il ministro degli esteri Antonio Tajani ha confermato le difficoltà diplomatiche che il momento presenta. “Il Governo lavora per de-escalation di fronte alla possibilità di un conflitto di Israele con Iran. Nel conflitto in atto in Medio Oriente c’è una tensione altissima, dove le parti non ascoltano le richieste per una soluzione pacifica” ha infatti dichiarato il ministro, per rivendicare: “Stiamo lavorando incessantemente ma i risultati non dipendono dall’Europa. Al G7 metteremo sul tavolo i temi dell’Ucraina e del Medio Oriente, dobbiamo evitare uno scontro militare tra Iran e Israele“.
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