Europa e Russia alla guerra del gas: «Energia utilizzata come un’arma»

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Mosca chiude i rubinetti come ritorsione per le sanzioni, mentre la Ue studia il sesto pacchetto di misure. Il ruolo della Gazprom e i percorsi alternativi  

Non solo il conflitto sul campo, lo sfoggio di armi e la diplomazia: la guerra in Ucraina si combatte anche lungo le vie dei gasdotti. La fornitura energetica infatti è uno dei temi di cui l’Unione Europea deve tenere conto nell’ottica della risoluzione del conflitto. Anche perché riguarda diverse nazioni europee e non. Sullo sfondo intanto resta il sesto pacchetto di sanzioni che riguarda anche lo stop al petrolio russo. 

La russa Gazprom nelle ultime ore ha deciso di bloccare l’export di gas verso l’Ue attraverso la Polonia. Decisione che arriva dopo le prime sanzioni europee. Già lo scorso 26 aprile Mosca aveva bloccato l’export a Polonia e Bulgaria perché contrarie al pagamento del metano in rubli. E su questo fronte, per molti osservatori, la decisione della Finlandia di aderire alla Nato potrebbe aver reso la situazione più tesa. Secondo il quotidiano Iltalehti, infatti, la Russia già domani potrebbe interrompere le forniture a Helsinki. In particolare il gasdotto Yamal-Europe trasporta circa 33 miliardi di metri cubi di gas (un sesto delle esportazioni russe all’Europa) dai giacimenti nella penisola russa di Yamal e nella Siberia occidentale attraverso la Bielorussia e la Polonia fino alla Germania. E nelle ultime ore la Russia ha annunciato sanzioni nei confronti di più di 30 società energetiche, tra cui la polacca EuRoPol GAZ, proprietaria della parte polacca del gasdotto Yamal-Europe, come ritorsione alle misure adottate dalle nazioni occidentali. 

Come rispondono i mercati 

La decisione del colosso russo dell’energia ha fatto impennare i prezzi del metano in Europa (+13% a 106 euro/Mwh). Ma per Henning Gloystein, direttore di Eurasia Group, il blocco potrebbe essere aggirato facilmente. Aziende non sanzionate potrebbero subentrare nei contratti a quelle interdette, il che probabilmente comporterebbe l’accordo di nuovi termini con Gazprom, anche per il pagamento, ha affermato. In ogni caso, il portavoce di Gazprom Sergei Kupriyanov ha evidenziato che «questo significa il divieto di utilizzare un gasdotto di proprieta’ di EuRoPol GAZ per trasportare il gas russo attraverso la Polonia», aggiungendo che la Polonia ha ripetutamente violato i diritti di Gazprom come azionista di EuRoPol e di aver sanzionato il colosso energetico russo a fine aprile. In ogni caso, osservano gli analisti, la Russia potrebbe spedire il gas direttamente in Germania attraverso il Nord Stream che passa sotto il Mar Baltico. 

Nuovo stop al gas 

Questa interruzione si aggiunge allo stop di due giorni fa del gas russo che arriva in Europa attraverso un punto di ingresso dell’Ucraina, a causa del fatto che «le forze di occupazione interrompono le operazioni», aveva spiegato il gestore della rete di gas naturale ucraino Gtsou. Il gestore, in una dichiarazione, aveva annunciato che «non potrà più accettare il transito di gas russo attraverso Sokhranivka da cui passa quasi un terzo del metano che dalla Russia attraversa l’Ucraina per poi giungere in Europa». In queste ore i flussi dovrebbero diminuire di quasi un terzo rispetto a ieri, quando erano già calati del 20% in 24 ore. Di conseguenza, il flusso di gas russo attraverso l’Ucraina nella più grande economia europea e’ diminuito di circa il 40% in due giorni, secondo i dati dell’operatore. Kiev afferma da due giorni di non poter più garantire le consegne via Sokhranivka, nella regione di Lugansk, a causa della presenza delle forze armate russe, e ha chiesto a Gazprom di aumentare i volumi in un altro sito, Sudja. Mosca da parte sua sostiene che il transito può essere fatto perfettamente via Sokhranivka, mentre e’ impossibile reindirizzare il flusso verso Soudja.

Le mosse dell’Europa e le sanzioni 

Il ministro dell’Energia tedesco ha accusato la Russia di usare l’energia come un’arma dopo le sanzioni imposte da Mosca a oltre 30 compagnie energetiche occidentali e la riduzione dei flussi verso l’Europa. «La situazione sta peggiorando perché l’energia è ora utilizzata come arma in diversi modi», ha affermato il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck in un conferenza stampa a Berlino. Le sanzioni russe hanno colpito molte società energetiche occidentali, la maggior parte delle quali appartiene a Gazprom Germania, la filiale tedesca del colosso russo del gas. Lo Stato tedesco ha posto la società sotto il suo controllo a causa dell’importanza strategica. Intanto oggi l’Ue ha ribadito che il pagamento in rubli viola le sanzioni. «La Banca centrale russa è soggetta a sanzioni dell’Ue e la nostra posizione e’ che usare questo metodo di pagamento del gas in rubli sarebbe una violazione di queste sanzioni – ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Tim McPhie – la presidente della Commissione lo ha detto chiaramente cosi’ come la commissaria Simson. Continueremo a dialogare con gli Stati membri per spiegare la situazione e le linee guida».

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