Il continuo monitoraggio della febbre aviaria ha permesso di scoprire che la morte di un 59enne a Città del Messico fosse collegata al virus H5N2. Lo ha confermato l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha comunque sottolineato come la situazione non sia assolutamente emergenziale e come, allo stesso tempo, i possibili focolai della malattia siano rigorosamente controllati.
Ad oggi, i casi confermati di aviaria nell’uomo sono tre: un contadino texano negli Usa, una bambina di ritorno da un viaggio in India in Australia e un 59enne di Città del Messico. Solo quest’ultimo, purtroppo, ha perso la vita a causa della malattia. L’Oms ha chiarito che i tre casi non presentano lo stesso ceppo influenzale, dimostrando quindi che l’infezione si è verificata in momenti e da origini diverse. Inoltre, il 59enne, a differenza degli altri due contagiati, presentava anche altre patologie che ne hanno compromesso il sistema immunitario.
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Resta da comprendere in che modo l’uomo abbia contratto l’infezione, visto che non avrebbe avuto contatti con animali presumibilmente infetti. Le autorità messicane hanno quindi posto sotto controllo i vari allevamenti nelle vicinanze della casa del 59enne per comprendere se vi sia qualche animale infetti.
Aviaria, il Messico smentisce: la morte non è collegata all’Aviaria
Il ministro della Sanità del Messico, Jorge Alcocer, ha dichiarato che in realtà il paziente 59enne sarebbe morto non a causa dell’infezione da Aviaria ma per l’aggravarsi delle altre patologie di cui era affetto. “È morto per un’altra causa” ha dichiarato il ministro, spiegando poi che le autorità messicane si incontreranno con l’Oms per chiarire quanto avvenuto.
Aviaria, il pollame infetto in alcune città messicane
L’Oms ha confermato che il caso del 59enne rappresenta il primo contagio umano registrato in Messico. La particolarità di questa infezione è che per ora la sua origine è sconosciuta. L’uomo ha dichiarato di non aver avuto contatto con animali vivi, per cui restano da chiarire le modalità del contagio. Sembrerebbe che nel mese di marzo sia stato scoperto un allevamento di pollame infetto nello stato di Michoacan, al confine con lo stato del Messico, e successivamente altri due allevamenti sono risultati infetti proprio nel Comune di Città del Messico.
L’uomo sarebbe stato ricoverato il 17 aprile con sintomi di febbre, problemi respiratori, diarrea e nausea. La malattia si sarebbe rivelata per lui fatale anche a causa delle complicazioni insorte poiché il 59enne era affetto da una malattia renale cronica, diabete di tipo 2 e ipertensione arteriosa sistemica di lunga data.
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