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Manovra, Orsini: “Bene le parole di Meloni, ma serve piano a 3 anni per le imprese”

"Dobbiamo essere competitivi con gli Stati Uniti che tutti i giorni cercano di attrarre là le nostre imprese e con la Cina", ha dichiarato il presidente di Confindustria, aggiungendo che per tornare ad essere competitivi è necessario tornare a crescere, innovare ed essere performanti

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Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, non è del tutto soddisfatto delle misure che il governo ha inserito all’interno della manovra per il 2026. Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi la Legge di Bilancio, inviandola al Parlamento per la successiva approvazione. Sono numerosi gli ambiti in cui l’esecutivo ha deciso di intervenire, con l’obiettivo di risollevare l’economia del Paese.

Ormai da mesi, il leader degli industriali continua a cercare di indicare la via all’esecutivo, mettendo in luce quegli ambiti in cui si mostra sempre più necessario l’intervento dello Stato. In primis, una forte attenzione al caro energia e ai costi delle imprese, poi un intervento sui regolamenti europei, come il Green Deal, che rischiano di soffocare le nostre imprese.

Prima dell’approvazione della manovra, Orsini aveva esortato il governo ad avere coraggio nelle sue scelte. “Il coraggio dello sviluppo della crescita è fondamentale, ma nella prima bozza del Def non l’abbiamo letta“, ha infatti dichiarato a margine dell’assemblea annuale dell’Unione industriali di Torino, ricordando come il Paese abbia bisogno di una vera e propria inversione di marcia.

Orsini: “L’Italia e l’Europa devono tornare ad essere competitive”

Il leader degli industriali ha infatti ribadito che il Paese non può continuare a muoversi di manovra in manovra, ma deve essere dotato di un piano a lungo termine, almeno su tre anni, che preveda una vera rinascita del settore industriale. “Abbiamo il bisogno di rendere competitiva la nostra Europa e soprattutto la nostra Italia“, ha tuonato Orsini, chiarendo che solo con questo sguardo ampio sarà possibile raggiungere gli obiettivi che la Nazione si è proposta.

A seguito del via libera del Cdm, Orsini è tornato a commentare la manovra. “Non sono riuscito ad interloquire con Roma“, ha sostenuto, chiarendo però di aver apprezzato le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio. Meloni, infatti, ha sostenuto che le priorità della legge di Bilancio sono proprio le imprese e le famiglie. “Noi siamo pronti da oggi a lavorare proprio con la presidenza del Consiglio e con il governo perché ci sia un piano industriale del Paese“, ha rimarcato Orsini, ricordando come Confindustria abbia sempre chiesto che il governo iniziasse realmente ad impegnarsi in questa direzione.

Il presidente di Confindustria ha poi sottolineato le sfide che continuano ad interessare l’Italia. “Dobbiamo essere competitivi con gli Stati Uniti che tutti i giorni cercano di attrarre là le  nostre imprese e con la Cina“, ha dichiarato, aggiungendo che per tornare ad essere competitivi è necessario tornare a crescere, innovare ed essere performanti. Affinché questo accada, però è necessario incentivare gli imprenditori a voler superare l’attuale momento di difficoltà.

Orsini: “Sull’automotive dobbiamo fare i compiti a casa”

Nel settore dell’automotive, poi, c’è da fare una riflessione ben più specifica. Per tornare ad essere attrattivi in questo campo è necessario lavorare innanzitutto sul costo dell’energia. “Dobbiamo fare i compiti a casa“, ha ribadito, ricordando che gli industriali italiani trovano all’estero prospettive migliori di quelle che sono presenti in Italia. Orsini ha infatti ricordato come il gap del costo dell’energia tra Italia e Spagna sia ormai quasi irrecuperabile. “La Spagna alcuni mesi la paga 25 euro a megawattora, noi la paghiamo 100 euro a megawattora“, ha sostenuto, ricordando che la costruzione di un’automobile si basa tutta su processi energivori.

Usiamo l’innovazione per le nuove tecnologie che saranno anche fondamentali per il nostro futuro“, ha esortato Orsini, chiarendo che al momento non vi sono neanche soluzioni a breve termine neanche sui principali problemi del Paese. Per quanto riguarda le banche e il loro contributo, Orsini non ha voluto esprimersi, chiarendo che “ognuno fa ovviamente il suo lavoro“.

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