Da Barcellona al Sud Italia aumentano le preoccupazioni sull’allarme siccità. Le scarse piogge degli ultimi anni hanno di fatto inasprito un problema che sta minacciando sempre più l’agricoltura di gran parte di Paesi a livello mondiale e, per cercare di ovviare al problema, nelle ultime ore si è tornati a discutere la possibilità di limitare l’uso delle acque ancora presenti nelle poche riserve rimaste.
Anbi: “Le riserve d’acqua si stanno esaurendo al Sud e sulle Isole. Necessarie nuove infrastrutture idrauliche”.
L’allarme siccità in Italia sembra interessare, secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, per lo più il Sud e le Isole.
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In Sicilia si stima che la seconda metà del 2023 sia stata la più arida degli ultimi cento anni con una mancanza di oltre 220 millimetri d’acqua, mentre solo nell’ultimo mese è stato registrato “un deficit di precipitazioni fino al 96% su alcune località tra le province di Enna e Catania”. Nonostante la situazione non sia ancora tragica, le attuali condizioni dei bacini non permettono di usufruire a pieno delle riserve d’acqua ancora presenti sul territorio. E così facendo potrebbero sorgere enormi problemi nel campo agricolo, come sta già accadendo ad esempio a Trapani dove si rischia il totale collasso della viticoltura se non si agisce tempestivamente.
Grave la situazione anche in Sardegna, dove i bacini hanno raggiunto i minimi storici degli ultimi 25 anni con una mancanza complessiva di circa il 50% d’acqua. In Puglia, invece, si è calcolata la presenza di oltre 119 milioni di metri quadrati d’acqua in meno rispetto al 2023.
Al Nord la situazione sembra, nonostante tutto, migliore. I grandi laghi e fiumi continuano a “trattenere quantità d’acqua superiori alla media”, tranne l’Iseo che sta subendo un progressivo calo della portata idrica.
Sulla questione si è espresso recentemente il direttore dell’Anbi Massimo Gargano – “Sempre più forte emerge l’esigenza di ottimizzare l’uso della risorsa idrica attraverso l’efficientamento della rete idraulica del Paese e la realizzazione di nuove infrastrutture capaci di trattenere una maggiore quantità d’acqua sul territorio per utilizzarla nei momenti di bisogno”.
Barcellona: “Limitare l’acqua ai turisti”
Non solo in Italia, ma l’emergenza idrica sta mettendo in ginocchio anche la Catalogna. Da 40 mesi si stimano precipitazione drasticamente sotto la media con una conseguente riduzione delle riserve di circa il 16% e la creazione di una zona desertica che si sta estendo progressivamente sino al confine con la Francia. Inoltre, nonostante l’avanguardistico sistema di recupero delle piogge, le dighe e le piscine naturali appaiono prosciugate.
Di fronte alla gravità della situazione il Governo regionale ha deciso di razionare l’acqua. Gli oltre 6 milioni di residenti potranno usufruire di appena 200 litri al giorno. Le limitazioni investiranno ovviamente anche le decine di migliaia di turisti che ogni anno “affollano Barcellona, Girona e la costa mediterranea”. È stato severamente vietato il lavaggio delle auto, così come l’utilizzo delle fontane pubbliche e dell’irrigazione delle zone verdi, se non in caso di riciclo idrico.
Ridotta anche dell’80% l’acqua per l’irrigazione delle colture provocando una diminuzione della produzione agricola, del 50% quella per gli allevamenti e del 25% quella per l’industria.
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