L’Aifa non ha dubbi: il Bel Paese è sempre meno felice. Fra guerra, pandemia e inflazione, gli ultimi anni sono stati particolarmente difficili: i dati dell’ultimo studio effettuato dall’Osservatorio Nazionale
Il 22° rapporto nazionale sull’uso dei farmaci in Italia lascia ben pochi dubbi: il consumo degli antidepressivi ha raggiunto un +3,4% sul consumo totale di farmaci dal 2021. Un trend ulteriormente in rialzo se consideriamo il +2,4% rispetto al 2020.
Lo psichiatra Antonio Picano dell’Ospedale San Camillo di Roma ha dichiarato ai media che l’utilizzo di tali farmaci è un importante campanello dall’allarme del malessere della popolazione e spiega: «oggi il 30% degli italiani è depresso. Nel mondo occidentale le persone che manifestano sintomi di depressione sono quasi raddoppiate, in seguito a pandemia guerra e inflazione».
Dal Nord al Sud, il 7% della popolazione ha acquistato farmaci per diminuire la percezione del dolore, secondo quanto riportano i dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Ma la percentuale varia da regione a regione.
In Toscana e Liguria, ad esempio, la percentuale aumenta fino al 10%, mentre in Campania diminuisce di poco (5,5%). Il Meridione sembra utilizzare meno ansiolitici: 5,9% contro il 7,8 del Centro e il 68% del Nord. Differenze evidenti anche fra uomini e donne. Secondo il rapporto, le donne hanno registrato un aumento nell’incidenza della malattia rispetto al 2019 e al 2020, mentre la depressione negli uomini sta lentamente decrescendo.
Pare infatti che siano le donne over 85 a prendere antidepressivi, raggiungendo circa il 27,5% della popolazione. Non solo, i dati riportano che quasi la metà delle persone che ne fanno uso hanno un’età superiore ai 67 anni e il trattamento dura all’incirca 8 mesi.
Purtroppo, questi farmaci pesano sulle tasche degli italiani, infatti, l’Aifa ha osservato che la spesa si attesta sui 100 euro, con un minimo di 92,6 euro e un massimo di 113,9 euro raggiunto nella PA di Bolzano in Emilia-Romagna.