Continua la battaglia di Ilaria Salis, la 39enne italiana detenuta dal 21 febbraio 2023 nel carcere di massima sicurezza Gyorskocsi Ucta a Budapest. La donna, accusata di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra, spera ora di ottenere i domiciliari nella capitale ungherese.
Nella sala colloqui del carcere Salis ha incontrato l’onorevole Paolo Ciani, segretario di Demos e vice-capogruppo del Pd-Idp alla Camera, da anni impegnato per sostenere i diritti dei detenuti. “Spero di ottenere gli arresti domiciliari qui a Budapest, perché possa essere una tappa che mi consenta di essere trasferita in Italia. Non fuggirei, ho famiglia“, ha detto la donna al parlamentare. L’appello di Ilaria fa capolino: “Per favore non abbandonatemi. Onorevole restiamo in contatto“.
Salis: l’incontro con Ciani
La Salis ha spiegato che da quando le immagini di lei incatenata in tribunale hanno fatto il giro del web le sue condizioni sono leggermente migliorate. L’ipotesi dei domiciliari ha una duplice sfumatura: da una parte la detenuta ha la possibilità di vivere in una casa vera, fuori dal carcere di massima sicurezza, in condizioni nettamente migliori di igiene e salute, dall’altra il murales che la ritrae impiccata, che ha scatenato in lei e nel padre, Roberto Salis, la paura di possibili ripercussioni da parte dei fanatici di estrema destra.
Salis: le condizioni in carcere
Salis ha poi riferito a Ciani che le condizioni della sua detenzione sono migliorate: “Ho un trattamento meno pesante. Ad esempio hanno aggiustato una finestra della cella“. Una cella in cui si trovano ben 8 persone con solo un’ora d’aria permessa. “Sono 8 letti a castello con altre 7 detenute, sei sono ungheresi e una croata. Non ho avuto particolari problemi con loro. Alla mattina abbiamo dei salumi, abbiamo anche il pranzo, ma la sera non è prevista la cena“. Nella cella si trova un lavabo e una latrina, mentre le docce sono in comune.
Ciani: “Sono qui per confermare vicinanza istituzionale”
Terminato il colloquio con Salis, l’onorevole afferma: “Un parlamentare rappresenta tutto il Paese, sono qui per confermare la vicinanza istituzionale a Ilaria Salis“. Ciani riferisce di aver parlato anche con il padre Roberto, il quale l’ha potuta incontrare solo dopo sette mesi dall’arresto. Su Facebook l’onorevole scrive in un post: “Onorevole non dimenticatevi di me. Non lo faremo Ilaria. 50 minuti di colloquio, una stretta di mano e un abbraccio di saluto oltre il vetro“.