Una storia che ha dell’incredibile, o forse no: il sottomarino Titan è imploso causando la morte dei cinque passeggeri. Oggi la Guardia costiera statunitense ha recuperato i relitti del sottomarino affondato nell’Atlantico lo scorso giugno. Insieme ai resti del batiscafo hanno trovato, probabilmente, anche i resti dei 5 sfortunati, inviati ai medici per essere analizzati. La notizia è arrivata dal servizio stampa del dipartimento.
Sottomarino Titan: cosa è accaduto
Il sottomarino Titan è ormai destinato ad essere ricordato come “il nuovo Titanic”. La tragedia è iniziata domenica 18 giugno, quando il sommergibile progettato da OceanGate è sceso negli abissi dell’Oceano Atlantico per raggiungere il relitto del Titanic – in una profondità di ben 3.810 metri. Al suo interno c’erano cinque persone: il 61enne Stockton Rush, CEO di OceanGate, il britannico Hamish Harding, l’esploratore francese e pilota di sommergibili Paul-Henri Nargeolet, l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood col figlio Suleman di 19 anni.
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L’allarme scatta quando il sottomarino viene perso improvvisamente dai radar. Da quel momento sono partite le ricerche da parte della Guardia Costiera con droni e strumenti all’avanguardia in grado di arrivare a quel livello di immersione.
Il triste epilogo
Una ricerca che partiva già da poche speranze. “Un lumino” così i media americani esprimevano le minime possibilità di una buona riuscita degli interventi sulla zona. Dopo giorni di ricerche, giovedì sera la notizia del ritrovamento dei con una “catastrofica implosione” del sommergibile, come ha spiegato la Guardia Costiera americana. Unanime il cordoglio, ma non mancano le polemiche verso la compagnia di OceanGate. Titan, infatti, non aveva superato le prove di sicurezza secondo alcuni esperti.
Le parole dei familiari delle vittime del Titan
Alla notizia, le famiglie hanno lasciato delle dichiarazioni. I parenti di Harding hanno affermato: “Era unico nel suo genere e lo adoravamo. Era un appassionato esploratore, qualunque fosse il campo, che viveva la vita per la sua famiglia, i suoi affari e per la prossima avventura. Ciò che ha realizzato nella sua vita è stato davvero notevole e se possiamo trarre una piccola consolazione da questa tragedia, è che l’abbiamo perso mentre faceva ciò che amava“. Il cordoglio anche dal Pakistan: i familiari Dawood esprimono un “profondo dolore”.
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