L’estate è alle porte, torna il turismo straniero ed è boom per il settore alberghiero. Bisogna fare i conti però con diverse questioni
Sarà un’estate da record per il turismo italiano, lo dicono i numeri. Rispetto alla stagione 2022, le
prenotazioni negli alberghi italiani registrano un aumento medio del 53%. A essere maggiormente
apprezzate, soprattutto dal turismo straniero, sono le città d’arte e le mete balneari che raggiungono fino al
120% di prenotazioni.
Lo rivela un’indagine effettuata da Albergatore Pro, community degli albergatori, prendendo in esame oltre
mille strutture presenti in tutta Italia.
L’indagine
L’indagine si basa su un modello previsionale che utilizza i dati relativi alle prenotazioni effettuate tra
gennaio e maggio, periodo considerato come il più indicativo per definire lo scenario estivo, e li confronta
con i dati dell’anno precedente. Emerge che Roma, Toscana e Costiera Amalfitana sono le mete che crescono
maggiormente in termini di tariffa media segnando rispettivamente +27%, +25% e +52%, mentre la media
nazionale registra +15%.
Il ritorno dei turisti e la crisi del lavoro
Sebbene, tuttavia, il turismo sia in crescita e le prenotazioni siano in aumento, resta il problema della crisi del lavoro nel settore. Ne esce una fotografia nitida della situazione: il 58% degli hotel ha carenza di personale. Cosa comporta ciò? La conseguenza più evidente, come emerge dall’indagine, è un abbondante rialzo dei prezzi per camera da parte del 13% delle strutture.
“La crescita delle prenotazioni è imputabile prevalentemente al ritorno massiccio dei clienti internazionali,
soprattutto americani che non sembrano risentire del rialzo dei prezzi in Italia”, spiega Gian Marco
Montanari, amministratore delegato di Albergatore Pro. “Il ritorno di turisti alto-spendenti influisce anche
sull’aumento delle tariffe medie, che comunque rimangono dopate dall’inflazione e dal rincaro dell’energia, in
linea con quanto già registrato l’anno scorso”.