Dopo l’Algeria la premier Meloni e la delegazione di ministri a Tripoli per allargare le prospettive del “Piano Mattei”
Uno dei maggiori investimenti nel Paese degli ultimi 25 anni. Questa la portata del progetto di Eni, dal valore di 8 miliardi di euro, che Roma ha messo sul tavolo durante l’ultimo viaggio della delegazione del governo Meloni in Nord Africa, in particolare in Libia. A Tripoli, insieme alla premier Meloni, i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, e dell’Interno, Matteo Piantedosi, insieme all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Dall’altra parte del tavolo ecco gli esponenti del Governo di unità nazionale guidato dal premier Abdulhamid Dabaiba.
Il piano dell’Eni per la Libia
Secondo quanto anticipato da Farhat Bengdara, capo della Noc (la compagnia petrolifera nazionale libica) in un’intervista televisiva al canale locale al-Masar, l’Eni investirà 8 miliardi di dollari nello sviluppo di due giacimenti di gas offshore al largo della Libia. Sarebbe uno dei maggiori investimenti mai fatti in Libia negli ultimi 25 anni. Il tutto in uno scenario anche di guerra, a quasi undici anni dalla caduta di Muammar Gheddafi. In lotta per il potere ci sono due governi: uno, a Ovest, con sede a Tripoli e riconosciuto dalle Nazioni Unite; l’altro, a Est, sostenuto dal parlamento e guidato dal maresciallo Haftar. Lo stesso amministratore delegato di Eni Descalzi, durante la partecipazione ai Med Dialogues 2022, aveva confermato la scoperta di grandi quantità di petrolio e gas nel Paese nordafricano, auspicando “di poter avviare presto nuovi progetti”.