Dl Pubblica amministrazione, via libera dal Senato: l’84esimo voto di fiducia

A Palazzo Madama il decreto è stato approvato con 99 voti a favore del testo che disciplina reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni

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Il Decreto Pubblica amministrazione (Pa) è passato anche in Senato. Con 99 voti favorevoli, 70 contrari e due astensioni, l’Aula ha confermato la fiducia al governo sul provvedimento che disciplina il reclutamento e le funzionalità delle pubbliche amministrazioni.

Il Dl Pa, su iniziativa del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e del Ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, era stato approvato alla Camera lo scorso 23 aprile ed è ora legge. Il testo era blindato, senza alcuna possibilità di modifiche o emendamenti, dall’esecutivo che aveva apposto il voto di fiducia. Si tratta della 84esima posta dalla maggioranza da inizio legislatura, come lamentato dalla senatrice Pd Susanna Camusso.

Zangrillo: “Costruire una macchina amministrativa sempre più efficiente”

Il via libera definitivo al Senato segna il raggiungimento dell’obiettivo di affrontare in maniera organica alcune criticità del sistema pubblico. Per il Ministro Zangrillo, infatti, l’approvazione dimostrerebbe “l’impegno concreto del governo verso le persone che sono il cuore pulsante della Pubblica Amministrazione“. Tra le nuove norme introdotte con il decreto si andrà ad agire sul sistema di reclutamento, sul rafforzamento dei processi di formazione, ma anche, e soprattutto, sulle funzionalità degli enti locali. Tra gli scopi, “quello di costruire una macchina amministrativa sempre più efficiente e pronta ad affrontare con rinnovate competenze le sfide del contesto europeo“.

Nello specifico, con il Dl Pa si interviene sulla gestione, l’organizzazione e il personale di diversi ambiti, con “l’intento di restituire al Paese un’amministrazione pubblica in grado di rispondere al cambiamento ma di anticiparlo e guidarlo“.

Il Dl Pubblica amministrazione

Con le modifiche introdotte a Montecitorio e confermate da Palazzo Madama, il dl risulta composto di 49 articoli con misure in materia di assunzioni in diverse amministrazioni pubbliche e sulla disciplina del lavoro in diversi ambiti del pubblico impiego.

Il provvedimento contiene inoltre previsioni volte al potenziamento delle capacità operative legate a vari ambiti della Pa. Tra le novità che apporrà il Dl, tra le più rilevanti dopo il passaggio alla Camera, lo stanziamento di 190 milioni di euro per incrementare le risorse destinate alle amministrazioni centrali, attraverso il canale dei Fondi risorse decentrate, che permetterà un ulteriore aumento contrattuale di circa 50 euro mensili.

Con il Dl Pa, inoltre, era arrivato anche lo sblocco al salario accessorio degli enti locali, affinché possa essere permesso di erogare stipendi più alti di circa 300 euro mensili, ma solo a quegli enti locali che hanno i bilanci a posto. Una norma che prevede la possibilità di stabilizzare anche per chi è stato assunto per concorso con contratti di apprendistato e formazione lavoro, e per i precari Pnrr.

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