Bogotà, morte Alessandro Coatti: adescato su App incontri, vittima di una gang di banditi

Il ricercatore italiano fatto a pezzi e chiuso in una valigia potrebbe essere stato vittima di una gang solita adescare turisti su una App di incontri per poi rapinarli. L'autopsia avrebbe confermato che il 42enne è stato drogato con una sostanza chimica e poi colpito con un oggetto contundente. Sono 4 le persone indagate e al momento ricercate

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L’omicidio di Alessandro Coatti, biologo molecolare che lo scorso 8 marzo è stato trovato smembrato in varie parti della città di Bogotà, in Colombia, potrebbe essere vicino ad una svolta.

Al momento non vi sarebbero certezze su cosa possa essere accaduto al cittadino italiano, ma sembrerebbe che le autorità colombiane stiano iniziando a fare chiarezza. Inizialmente le indagini si erano concentrate sul possibile coinvolgimento di gruppi armati paramilitari, mentre erano sin da subito stati esclusi legami con i narcos e la criminalità colombiana.

Invece, secondo quanto riferito dal quotidiano El Tiempo, sembrerebbe che il 42enne sia stato vittima di una banda solita adescare turisti stranieri tramite App di incontri. Una volta adescate, poi, i malviventi sono soliti rapinare le loro vittime, senza però arrivare ad ucciderle. Sembrerebbe che nel caso di Coatti la situazione si sfuggita di mano e il ricercatore abbia perso la vita. L’autopsia avrebbe infatti rilevato un colpo da oggetto contundente, probabilmente sferrato dopo che il giovane era stato drogato con una sostanza chimica.

Inoltre, sembra che ora il cellulare della vittima sia nelle mani di una donna, che si presuppone essere legata alla banda. Gli investigatori sono dunque al lavoro per ricostruirne gli spostamenti successivi all’incontro. Le indagini avrebbero poi individuato il luogo in cui si sarebbe verificato l’omicidio. Si tratta di una casa abbandonata nel quartiere San Josè del Pando di Santa Marta, dove sono state trovate tracce ematiche e altri elementi riconducibili direttamente allo smembramento del giovane italiano. Al momento, le autorità colombiane avrebbero individuato almeno 4 persone coinvolte nell’omicidio, tutte attualmente ricercate.

Bogotà, cosa è stato possibile scoprire

Una scena del crimine ancora tutta da analizzare e dietro cui sembra celarsi una macabra storia. In base ai rilievi che sono stati effettuati dalle forze dell’ordine, è stato possibile ricostruire una prima ipotesi della dinamica. Sabato sera, Coatti sarebbe uscito per recarsi in un locale notturno per trascorrere la serata, ma non avrebbe più fatto ritorno in albergo.

Le indagini condotte dalla polizia hanno permesso di risalire all’identità del cadavere rinvenuto. Si tratterebbe di Alessandro Coatti, un ricercatore italiano di 42 anni. Gli inquirenti sono riusciti a risalire alle generalità della vittima grazie al bracciale di un albergo che Coatti aveva al polso, presumibilmente la struttura ricettiva in cui alloggiava.

Secondo gli esperti, infatti, le modalità dell’omicidio sono piuttosto simili a quelle dei gruppi armati e, in particolare, del clan del Golfo e delle Autodefensas Conquistadores de la Sierra. Al momento le indagini si stanno concentrando sugli ultimi movimenti del 38enne. Sembrerebbe che questo abbia lasciato il suo albergo lo scorso 3 aprile e da quel momento si sarebbero perse le sue tracce. Dopo tre giorni, il suo cadavere è stato trovato smembrato in tre luoghi diversi.

La testa, le braccia e i piedi sono sono stati trovati domenica da un gruppo di bambini, in una valigia, nei pressi dello stadio locale, mentre altri resti sono stati individuati in altre due zone della città. Le telecamere sono al vaglio degli inquirenti, per comprendere se sia possibile risalire all’identità dei responsabili. Intanto, i pm di Roma affideranno una delega alle forze dell’ordine per le indagini e invieranno una rogatoria in Colombia per avviare una collaborazione giudiziaria. Inoltre, potrebbe essere inviato a Bogotà un team investigativo.

Il sindaco della città di Santa Marta ha offerto 50 milioni di pesos, ovvero circa 10mila euro a chiunque abbia informazioni che permettano di individuare ed arrestare i responsabili dell’omicidio di Alessandro. “Questo delitto – scrive il primo cittadino Carlos Pinedo Cuello su Facebook – non resterà impunito. I criminali devono sapere che a Santa Marta la criminalità non ha posto. Li perseguiteremo finché non saranno stati assicurati alla giustizia”. Carlos nel post publicato ha anche spiegato di aver dato disposizioni per coordinare le indagini sul caso.

Anche la Farnesina ha confermato la cruenta notizia, sottolineando che l’ambasciata a Bogotà si è immediatamente attivata per seguire il caso con la massima attenzione. Al momento quindi la rappresentanza diplomatica mantiene i contatti con i famigliari e le autorità locali che hanno aperto l’indagine.

***Articolo in aggiornamento****

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