Il materiale, individuato sulla piattaforma per sviluppatori GitHub da Erfan Azimi, CEO dell’azienda Digital Eagle, rappresenta una delle più significative fughe di notizie che Google ha dovuto affrontare negli ultimi tempi. Google ha confermato l’autenticità dei documenti trapelati ma ha messo in guardia dal trarre conclusioni affrettate. “Mettiamo in guardia dal fare supposizioni inaccurate su come funziona Search basate su informazioni decontestualizzate, obsolete o incomplete“, ha dichiarato un portavoce della compagnia a The Register.
Google ha ribadito il proprio impegno nella trasparenza riguardo al funzionamento del suo motore di ricerca e ai fattori che influenzano la classificazione delle pagine, sottolineando anche gli sforzi per proteggere l’integrità dei risultati dalle manipolazioni.
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L’analisi degli esperti
Gli esperti di ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) Rand Fishkin e Mike King, intervistati dal Corriere della Sera, hanno iniziato ad analizzare il contenuto delle pagine. Secondo le prime valutazioni, i documenti conterrebbero prove decisive che Google ha mentito riguardo ai fattori che influenzano la classificazione delle pagine web.
Si parla, ad esempio, di raccolta dati sui clic sui link e dell’importanza attribuita a determinati brand rispetto a siti e aziende indipendenti, elementi che Google aveva sempre negato contribuissero all’indicizzazione. Tuttavia, i documenti non chiariscono esattamente quali dati vengano effettivamente utilizzati né il peso specifico attribuito a ciascun fattore. La mancanza di contesto completo rende difficile una valutazione precisa dell’impatto di queste rivelazioni.
La nuova intelligenza artificiale di Google e i rischi per le aziende
Oltre alla fuga di notizie, Google è stata recentemente al centro del dibattito per l’integrazione dell’intelligenza artificiale nel motore di ricerca. Con la nuova funzione Overview, Google risponderà direttamente alle domande degli utenti con un riassunto, citando le migliori fonti disponibili e linkandole in un carosello al termine del riassunto generato dall’AI.
Questa novità ha suscitato preoccupazioni tra siti e editori, timorosi di vedere ridotto il traffico verso le loro pagine. Liz Reid, responsabile della divisione Search di Google, ha cercato di rassicurare affermando: “Siamo davvero concentrati sul dare priorità ad approcci che inviano traffico di valore. È importante per noi che il web rimanga sano e questo non è solo per l’importanza dell’ecosistema o del prodotto“.
Quel che è certo è che il panorama dei motori di ricerca sta per subire profondi cambiamenti. Se può risultare affrettato affermare che i motori di ricerca scompariranno, le abitudini degli utenti sono certamente destinate a evolversi. Google, che dipende ancora in larga misura dalla pubblicità sui siti che compaiono nei risultati di ricerca, ha un interesse diretto nel mantenere un flusso di traffico sano e sostenibile. Pertanto, la fuga di notizie, combinata con l’integrazione dell’IA, potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il web e per gli utenti.
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