Il tema delle elezioni europee continua a lasciare il nostro Paese in fibrillazione, così come il sondaggio sui consensi che ne deriverà lascia i leader con l’acquolina in bocca. La corsa a Bruxelles incuriosisce e soprattutto fa riflettere sulla serietà e la coerenza dei leader di partito. “Gli italiani sanno che la candidatura non mi porterà a Bruxelles per cui non è un inganno“, più di qualche esponente ha giustificato così la sua decisione di candidarsi o la sua volontà di non sciogliere la riserva.
Nel frattempo gli italiani cominciano a farsi qualche idea, almeno quelli interessati alle votazioni per le Europee, e i sondaggisti di Bruno Vespa hanno sfruttato l’occasione d’oro per raccogliere le loro preferenze. I risultati sono più che sorprendenti, anche se c’è da tenere a mente che i dati e le percentuali sono stati raccolti prima dell’ultimo premier time, dove Elly Schlein ha dimostrato una grinta e una capacità discorsiva in grado di mettere in difficoltà anche Giorgia Meloni.
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Il sondaggio sui leader capilista
Il primo dato interessante che emerge dal sondaggio realizzato per Porta a Porta vede un terzo degli italiani favorevole alla candidatura a capolista in tutte le circoscrizioni del leader del proprio partito. Una percentuale non indifferente che fa ben sperare gli esponenti di partito, sempre intimoriti dalla perdita di credibilità che potrebbe derivare dalla propria candidatura.
Scavando più a fondo in realtà si scoprono le insidie nascoste dietro questa percentuale. Solo nel caso di Fratelli d’Italia e di Italia Viva, gli elettori dimostrano in maggioranza di voler vedere il proprio capo partito in corsa per le Europee. Negli altri casi nell’elettorato c’è una certa indifferenza e soprattutto un certo distacco sulla questione. In particolare per gli elettori di Azione e del Pd la corsa alle Europee non ha particolare rilevanza, per cui per circa il 75% degli elettori la candidatura del leader del partito a capolista in tutte le circoscrizioni non sembra per nulla una saggia idea.
C’è da specificare che gli elettori partecipanti al sondaggio erano stati resi partecipi del funzionamento delle candidature per Bruxelles. “I leader dei partiti dovrebbero candidarsi come capolista alle prossime elezioni europee per richiamare più voti, tenendo presente che ognuno di loro poi, anche se eletto, potrebbe anche non presentarsi in Europa per rimanere in Italia a ricoprire il suo ruolo?”, questo era il tipo di domanda sottoposta ai partecipanti.
Le percentuali del sondaggio sulle Europee
La possibilità di Giorgia Meloni capolista per Fratelli d’Italia in tutte le circoscrizioni ha ottenuto la percentuale di consensi più alta con il 52,3% degli elettori favorevoli. Al secondo posto Matteo Renzi con il 50% dell’elettorato dalla sua parte. Sembrerebbe, quindi, che solo questi due leader siano riusciti a guadagnare realmente la fiducia della popolazione, o meglio dei loro votanti, che hanno saputo intravedere nella loro candidatura a Bruxelles più punti a favore che contrari.
Non si può dire lo stesso del resto dei partiti, in particolare del Pd la cui segretaria ha ottenuto solo l’8,2% di “Sì“. La questione per Schlein diventa ogni giorno più spinosa ed ormai qualunque sia la decisione da lei presa le conseguenze non saranno piacevoli. Comunque, c’è la possibilità che a seguito del premier time la segretaria abbia guadagnato qualche consenso in più, grazie alla dimostrazione di forza dimostrata in Aula.
Il premier continua a guidare la classifica dei consensi con il 39,9% degli elettori che ancora ne sostiene il governo. Pochi punti più in basso si trova Antonio Tajani con il 31,4% (e la benedizione della famiglia Berlusconi), seguito da Salvini al 24,8%. Una maggioranza forte che nonostante le crepe interne continua a convincere gli italiani e ad occupare i vertici della fiducia. Al quarto posto capitana l’opposizione Elly Schlein con il 21,4% dei consensi, seguita da Carlo Calenda con il 15,1% e da Matteo Renzi con l’11%. Ora, bisognerà solo comprendere se il sondaggio realizzato per Porta a Porta possa essere utile ai leader che ancora non hanno sciolto la riserva.
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