Salvini sul bilaterale Meloni-Trump: “Non do consigli alla premier, riporto riflessioni della Lega”

Bilaterale Meloni-Trump, ma anche energia nucleare e spese di riarmo. Questi alcuni temi su cui il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un evento sul Nucleare a Milano, esprime il proprio parere senza lasciare spazio ad interpretazioni, specificando di parlare con la premier che "non ha bisogno di consigli"

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Roma, Palazzo Chigi e il Governo si vestono di stelle e strisce questa settimana. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontrerà nell’arco di 48 ore i vertici della Casa Bianca. Giovedì 17 è in segnato in agenda il bilaterale a Washington con il Presidente degli Stati Uniti, Donal Trump, mentre, all’indomani, è fissato a Roma il vis à vis con il Vicepresidente Usa, J.D. Vance in visita nella capitale fino al 20 aprile.

L’incontro con il tycoon è stato a lungo atteso, suscitando anche non poche polemiche da parte delle opposizioni che si sono concesse diverse stoccate nei confronti della premier “unico leader non ancora convocato alla Casa Bianca perché non conta“. Alte quindi le aspettative in merito agli esiti che si avranno post dialogo incentrato sulla negoziazione sui dazi reciproci che sarà intrapresa con la richiesta di un’area comune zero dazi, come ribadito dal vicepremier forzista Antonio Tajani.

Su questo fronte l’altro vicepremier, Matteo Salvini ha detto la sua, scuotendo la premier di avere “la linea del buon senso, quello che il governo italiano ha sempre tenuto, non inseguendo gli ultrà di Parigi o Bruxelles che parlano di bazooka, contro dazi e guerre commerciali“. Il leader leghista farebbe riferimento alle modalità con cui l’Unione in particolare Emmanuel Macron, presidente francese e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, vorrebbero intraprendere per rispondere ai dazi imposti dal Trump. In generale, una linea più “aggressiva” che a detta di Salvini non sarebbe la risposta adeguata all’attuale situazione in corso.

L’Italia ha una posizione di dialogo e di confronto tra Europa e Usa e non si può aprire la guerra commerciale dei dazi a livello mondiale. Quindi – spiega il Ministro leghista – dobbiamo ridurre l’impatto sulle nostre aziende“. Sottolineando il fatto che il mercato italiano sia basato su prodotti di eccellenza, e non compete sulla quantità ma sulla qualità, Salvini si dice orgoglioso nel vedere che “il governo italiano sia protagonista di dialogo e mediazione mentre Macron e altri parlino in maniera sciagurata di contro-dazi, guerra commerciale e bazooka da tenere sul tavolo per trattare“.

Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture riconosce comunque che si tratterà di una “missione delicata” dove non ci sarà nulla di semplice ma “fortunatamente abbiamo buoni rapporti con tutti“. Una mediazione tra Europa e Usa con la premier Meloni che, a detta di Salvini sarebbe lasciata in buone mani, cosa che non sarebbe accaduta con l’ex Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il quale “abbiamo già dato“.

Sicuramente Trump non è un matto. Se vuole ridurre il disavanzo commerciale che gli Stati Uniti hanno soprattutto nei confronti della Cina, dal suo punto di vista”, dato che “è stato eletto dagli americani, che faccia l’interesse degli imprenditori e dei lavoratori americani, è fin banale“, ha osservato. Per Salvini, invece, “è l’Europa che in questi anni non ha fatto l’interesse dei lavoratori e degli imprenditori europei. Se l’Italia potrà aumentare gli scambi commerciali con gli Stati Uniti è una buona notizia“.

Riarmo, Salvini: “No a comprare armi in Germania o Francia”

In riferimento al riarmo, il Ministro leghista si è detto assolutamente favorevole nell’aumentare gli investimenti per difendere l’Italia e gli italiani, anche più del 2%. “Fare debito europeo per improbabili eserciti europei – spiega Salvini – che potrebbero andare improbabilmente in guerra e comprare armi in Germania e Francia, no, aumentare la nostra quota in sicurezza nazionale nella Nato sì“.

Salvini sul nucleare

Arrivando ad un evento organizzato dalla Lega sul Nucleare a Milano, Salvini si è anche espresso sulla tematica dell’energia esprimendo il proprio consenso al generare “nucleare pulito, sicuro, green, a emissione zero“, considerando anche il fatto che tutto il mondo sta andando in quella direzione.

Il nucleare – chiarisce il leader del Carroccio – è l’unico modo per abbassare le bollette“, della luce, e quindi dell’energia per la famiglia, per l’impresa e per chi lavora. Di conseguenza, secondo il Ministro, l’Italia non può fornirsi dalla Francia con 50 reattori oggi operativi e avere bollette del 30 o del 50 per cento più care. “Se partiamo oggi, – specifica Salvini – come il governo vuole e come la Lega chiede, tra sette anni accendiamo il primo interruttore e le famiglie e le imprese pagano di meno“.

Per l’Italia Salvini punta alla “fissione con Smr, che sono in sperimentazione anche con aziende italiane“. A suo dire “tutta l’Europa sta andando in questa direzione, Usa, Cina, Corea e tutto il mondo va in quella direzione e non possiamo rimanere tra i pochi che dicono no per motivi ideologici“. Alla domanda se il nucleare si potrà fare anche a Milano Salvini replica con un “perché no?“.

Milano – spiega il leader – è da sempre capitale dell’innovazione e della sostenibilità, la stessa commissione Ue inserisce il nucleare come fonte di produzione green perché gli ultimi modelli hanno emissioni pari a zero e sono tra le più sicure e meno impattanti“. Riguardo al rapporto tra nucleare e rinnovabili Salvini afferma che “abbiamo bisogno di tutto, investiamo in rinnovabili e il nucleare è una fonte costante. Oggi piove e gli italiani non possono dipendere dalla meteorologia”.

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