Il decreto legge consegnato alla Camera dal leghista Eugenio Zoffili ha creato il caos nel Parlamento italiano, con l’insurrezione della maggioranza e delle opposizioni fermamente contrari alla riesumazione della leva militare obbligatoria, abrogata nel nostro Paese nel 2005. Non sono servite a nulla le rassicurazioni di Salvini e dello stesso Zoffili, che hanno sottolineato come questo percorso si discosti dalla precedente leva, sia per la durata che per i progetti proposti.
Il primo a mostrare la propria contrarietà era stato proprio il ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale aveva sostenuto che i soli sei mesi di “addestramento” non sarebbero bastati a formare giovani militari che hanno “bisogno di professionalità” per essere in grado di difendere il nostro Paese. “Non è in discussione” aveva tuonato Crosetto, escludendo anche la possibilità di un percorso misto, che attingesse ai valori del servizio civile.
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Oggi Matteo Salvini, al centro della polemica, è tornato sul tema, chiarendo e specificando quali sono gli obiettivi della Lega sul ddl. “Non vogliamo pensare alla guerra, noi siamo per la pace!” ha dichiarato il vicepremier, riprendendo le sue stesse battute in riferimento alla proposta di Macron di inviare soldati dell’Unione a Kiev, nel caso in cui l’Ucraina lo richiedesse.
“Soldati in Ucraina mai, neanche uno” ha ribadito Salvini, per poi spiegare: “Noi pensiamo a una grande forma di educazione civica. Ovviamente non a una leva come l’ho fatta io nel 1995 con il fucile in mano, ma sei mesi per imparare la protezione civile, il volontariato e il salvataggio. Questi sarebbero sei mesi dedicati alla comunità“.
Le critiche alla leva obbligatoria proposta dalla Lega
La proposta della Lega per il ritorno della leva obbligatoria ha sollevato diverse perplessità. Il partito il cui leader ha sin da subito criticato le scelte della Francia in materia di guerra, che ha da sempre sostenuto la sua contrarietà all’invio di soldati italiani in zone calde, ora si allinea con i tentativi di militarizzazione dei Paesi dell’Unione? La contraddizione sembra ovvia.
La situazione geopolitica in cui versa l’Europa è preoccupante e lo è altrettanto la risposta dell’Ue che sta cercando in tutti i modi di prepararsi all’ipotesi di un nuovo conflitto mondiale. La Lega fino a ieri sembrava quindi essere in bilico su due posizioni contrarie, di cui una totalmente respinta dallo stesso centrodestra. In questo quadro dove si inserisce il ddl a firma Zoffili? Salvini, oggi, sembra aver spiegato meglio la questione, di fatto minimizzandola e rendendola ancora più inutile.
In Italia il servizio civile esiste già e permette ai giovani di partecipare a progetti di sostegno al Paese e di avvicinarsi gradualmente al mondo del lavoro. Cosa cambia dai sei mesi proposti dalla Lega? Per ora le critiche al progetto sono asprissime. Tajani ha parlato di mancanze di fondi e di progetti troppo dispendiosi per un Paese il cui debito pubblico continua ad aumentare. La leader dei democratici, Elly Schlein, invece, ha tuonato contro la riforma dicendo: “Noi siamo per vedere nelle mani dei giovani il futuro, non i fucili“.
Anche Salvini oggi ha chiarito che nessuna arma sarà data in mano ai giovani italiani, i quali però necessitano di formazione dal punto di vista civico ed educativo. Ma resta il quesito: i sei mesi proposti da Zoffili sono davvero la soluzione a questa necessità?
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