Lo scandalo che ha colpito il Pd a Bari, con le accuse di corruzione elettorale tra le fila del partito, e che ha portato alla distruzione del “Campo largo” potrebbe portare più di qualche vantaggio al centrodestra, come dimostrato dalle scelte politiche di Matteo Salvini. Se M5S e i democratici, però, continuano ad attaccarsi come se non fossero entrambi all’opposizione, anche nella maggioranza di governo la situazione non si presenta così tanto florida.
Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno iniziato a contendersi il capoluogo barese, finora appannaggio della sinistra, nella prospettiva di un vantaggio strategico in vista sia delle Europee che delle elezioni Regionali che si terranno tra il 2025 e il 2026. Chi ha osato di più da questo punto di vista è il segretario della Lega, Matteo Salvini, salvatosi da poco dalla sfiducia e pronto a tornare in pista. Il leader leghista ieri ha infatti presentato il giovanissimo Fabio Romito, 36 anni, come possibile candidato sindaco di Bari, simbolo di trasparenza, novità e gioventù.
La notizia, però, non ha soddisfatto FdI e FI, entrambi pronti con i loro rispettivi possibili candidati. Il fedelissimo meloniano Filippo Melchiorre e il viceministro della Giustizia e senatore di FI Francesco Paolo Sisto sono infatti in lista per lo stesso titolo. È guerra aperta anche nella maggioranza e Salvini non sembra pronto a farsi spodestare da Tajani, ragione per cui la candidatura della leghista Donatella Tesei in Umbria, non è abbastanza per Salvini, che ora punta tutto su Bari.
Il salto in avanti di Matteo Salvini nella Comunali di Bari
“Stiamo preparando una proposta nuova, giovane vincente” ha annunciato Matteo Salvini dal palco dell’evento “Volare Italia“, organizzato dalla Lega a Bari. “Pd e Movimento 5 Stelle si insultano un giorno sì e un giorno no. Il centrodestra a Bari e in Puglia, dopo anni di divisioni, rappresenta l’unità e la compattezza” ha poi dichiarato il ministro Salvini, aprendo già le porte della prossima campagna elettorale per le Regionali.
“La parabola del Pd di Emiliano e Decaro sta politicamente finendo” ha sottolineato il ministro, entrando quindi nella vicenda dello scandalo del Pd, che finora aveva deciso di non commentare. Ora però resta da capire se veramente il salto in lungo di Salvini possa avere una riuscita positiva. Meloni e Tajani, infatti, infatti non sembrano pronti a voler lasciare andare le proprie mire nei confronti della città, ora più che mai aperta anche all’opzione della destra.
Tutti e tre gli esponenti della maggioranza, infatti, vedono nelle elezioni comunali del capoluogo barese una sorta di trampolino di lancio per le Europee e le prossime Regionali. Salvini, dicono da Palazzo Chigi, è già da tempo che parla di “Bari e Puglia insieme“, non nascondendo quindi la sua prossima strategia politica. La questione è intricata perché, nel caso in cui Fratelli d’Italia decida il candidato per le comunali di Bari, allora alla Lega spetterebbe la decisione sul candidato delle Regionali, e viceversa.
A questo punto, l’importanza strategica di un capoluogo che per venti anni è stato gestito dalla sinistra diventa fondamentale. Da capire, ora, quali saranno i prossimi passi dei tre leader che dovranno comprendere in che modo spartirsi le cariche, da qui alle prossime Regionali. Salvini, per ora, sembra interessato alla vittoria, anche se non sembra ancora chiaro se a quella legata al Presidente di Regione o al sindaco di Bari.
Il pericolo di ballottaggio tra Pd e M5S
La corsa al comune di Bari dei tre leader del centrodestra, però, sembra frenata dalla possibilità che lo scandalo della corruzione elettorale e la frattura della coalizione del centrosinistra non abbiano del tutto indebolito Schlein e Conte. Su questo Giorgia Meloni resta piuttosto cauta. Nel 2022, infatti, FdI raggiunse il 23,5% dei consensi, la coalizione il 35,8%, ma i risultati seppur buoni furono adombrati dal 19,3% del Pd e dal 27,4% del M5S.
Ora, la paura è che lo stesso scenario si verifichi nelle prossime comunali. Il ballottaggio tra i candidati dei dem e dei pentastellati infatti non sembrerebbe uno scenario da escludere. C’è il rischio, quindi, che la scelta del candidato sindaco possa inficiare quello delle Regionali, soprattutto in vista di una vittoria del centrodestra che non è così scontata. Resta da capire quindi se Salvini sia ancora convinto della sua scelta di combattere per il candidato sindaco o se deciderà di lasciar candidare altri nell’ipotesi di puntare alle prossime Regionali.