Accantonati scontri e dissapori con Silvio Berlusconi, si profila la squadra di governo pronta per arrivare dal presidente Mattarella: ecco i nomi pensati per i dicasteri
Sembrava impossibile, ma ce l’hanno (quasi) fatta: Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia ultimano le questioni finali prima di presentare la lista di ministri al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Accantonati tutti i dissapori con Silvio Berlusconi, messo a tacere all’angolo degli uffici di via della Scrofa, tutto è pronto per volare al Quirinale e completare gli ultimi passaggi della formazione della squadra di governo. Trapelano le prime indiscrezioni sulle totonomine nei Ministeri, ma rimane ancora il dubbio su eventuali vicepremier.
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Partendo dal Viminale, il nome in pole position è quello di Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto, durante il primo governo Conte. Un leghista che strappa il ministero degli Interni a Matteo Salvini, che nelle precedenti settimane aveva puntato i piedi affinchè vi fosse lui a capo.
Per gli Esteri, il nome più coinciliante in questi tempi di difficile mediazioni diplomatiche è quello di Antonio Tajani, braccio destro di Silvio Berlusconi ed europarlamentare. In questo modo, Meloni fuga ogni sospetto di possibile euroscetticismo, sebbene metta al vertice della Farnesina un uomo di Forza Italia, proprio il giorno dopo che il Cavaliere ha vantato la sua ritrovata sintonia con Vladimir Putin.
La difficile assegnazione del ministero dell’Economia
Mai la nomina di un ministero ambito è risultata così difficile. A influenzare non poco i continui cambi di programma ci sarebbe la paventata crisi economica che si profila dopo il rialzo dei prezzi del gas e delle bollette.
Così, dopo l’indisponibilità immutata di Fabio Panetta, per il ministero dell’Economia si parla di Giancarlo Giorgetti. Un pò di incertezza anche allo Sviluppo Economico, il cui nome più quotato è quello di Guido Crosetto, che se la contende con Adolfo Urso, ex presidente del Copasir – attualmente meglio visto alla Difesa.
Crosetto entra in competizione anche con Gilberto Pichetto per il dicastero della Transizione Ecologica, anche se il senatore di Forza Italia è richiesto anche alla guida della Pubblica Amministrazione. Alla Giustizia resta Carlo Nordio, mentre per il ministero del Mezzogiorno spunta l’ex presidente della provincia di Catania, Nello Musumeci.
Non sarà certo il Viminale, ma Salvini potrebbe prendere la guida del dicastero delle Infrastrutture, anche se rimane dubbia la carica di vicepremier, così come alla Lega saranno assegnate le Politiche Agricole, con la nomina di Gian Marco Centinaio.
Per gli Affari Regionali arriva Roberto Calderoli mentre per il ministero della Salute fra i due litiganti Francesco Rocca e Guido Bertolaso, il terzo gode: prende quota, infatti, Francesco Franceschi, responsabile del pronto soccorso del Policlinico Gemelli di Roma.
Le possibili ministre
Secondo le ultime proiezioni l’uscente presidente del Senato, Elisabetta Casellati, dovrebbe prendere il controllo del dicastero delle Riforme, mentre per l’Università il nome è quello di Annamaria Bernini. Sulla Natalità e Famiglia, arriva la leghista Simona Baldassarre, per le Politiche Giovanili e Sport Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia.
Meloni vorrebbe che alla guida ministero del Lavoro vi fosse un tecnico e il nome più accreditato è quello di Marina Calderone, già presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti del Lavoro. L’imprenditrice Daniela Santanchè, dalle spiagge del Twiga a Forte dei Marmi, potrebbe approdare, di conseguenza, al dicastero del Turismo.
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