“Auspico che l’incontro con l’Associazione nazionale magistrati sia un’interlocuzione utile“, lo ha dichiarato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nello studio di Sky Tg24, sottolineando di essere convinto che il prossimo incontro possa portare sul tavolo iniziative concrete, in quanto si tratterà di “efficienza della giustizia“, ovvero un tema su cui “ci possono essere convergenze perché non segue ideologie“. Una situazione completamente differente, secondo l’analisi di Nordio, rispetto alla questione della separazione delle carriere, su cui toghe e governo non riescono a trovare una quadra.
In questo senso, il ministro ha sostenuto di “condividere le loro richieste e preoccupazioni“, ma al contempo ha sottolineato l’esistenza di “situazioni sedimentate nel corso dei decenni“, su cui sarebbe necessario un intervento. In ogni caso, l’incontro che si svolgerò oggi per Nordio “potrebbe essere l’inizio di un dialogo anche su una materia dissonante come la separazione delle carriere“, visto che verranno affrontati argomenti che esulano dai provvedimenti costituzionali che sono alla Camera e al Senato.
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“Noi abbiamo i nostri programmi, li esporremo oggi all’Anm“, ha poi chiarito il Guardasigilli, evidenziando la speranza che la road map individuata dal governo sulla riforma possa essere effettivamente rispettata. “Sarebbe auspicabile che, se non entro l’autunno, ma al massimo entro la prossima primavera si proceda con il referendum sulla separazione delle carriere“, ha sottolineato, aggiungendo che prima questo si svolgerà prima sarà possibile mettere fine alle polemiche sulla riforma.
Secondo il titolare del ministero della Giustizia, infatti, nel momento in cui il popolo, che è sovrano, si esporrà, allora “si potrà smettere di parlare da una parte e dall’altra di questa riforma costituzionale“. Una speranza che al momento rimane tale, vista a difficoltà dei due poteri di trovare un punto di incontro su una riforma che ha scatenato riflessioni e diatribe sin dalla sua presentazione.
Nordio: “Non ho mai detto che sovraffollamento è colpa dei magistrati”
Il Guardasigilli è poi tornato sulla questione del sovraffollamento delle carceri, chiarendo di non aver mai dato la colpa di questo fenomeno ai magistrati, come dimostrerebbe il video delle sue dichiarazioni. “Ho detto che se si entra in carcere, non è per provvedimento del governo, è perché si è commesso un reato e perché c’è un provvedimento del magistrato“, ha rivendicato, ricordando poi come lui stesso abbia svolto per 40 anni la professione di magistrato.
Secondo Nordio, il travisamento delle sue parole sarebbe figlio di un’atmosfera che si è così inasprita “per cui quando non sai cosa dire alteri la realtà e offendi le persone“. Sfruttando questo argomento, il ministro ha voluto annunciare l’intenzione del governo di “rimodulare i presupposti perché scatti la carcerazione preventiva“, che ad oggi sono il pericolo di fuga, la reiterazione del reto e la pericolosità sociale dell’individuo. Queste categorie, secondo Nordio, sarebbero “in parte obsolete e dovrebbero essere riviste“.
Nordio: “Per alcuni non è facile ambientarsi nella nostra cultura”
Carlo Nordio è poi tornato sul delicato tema dei femminicidi, sostenendo nuovamente una tesi che alcuni giorni fa aveva scatenato numerose polemiche. “Ci sono culture dove i diritti delle donne sono conculcati o addirittura eliminati“, ha spiegato il ministro, chiarendo che dal suo punto di vista le persone che provengono da questi ambienti avrebbero difficoltà ad ambientarsi nel nostro Paese.
“In Italia il rapporto sessuale tra marito e moglie dev’essere comunque consenziente perché, se la moglie lo rifiuta, è un reato di violenza sessuale“, ha portato come esempio, sottolineando che però al momento esistono diversi Paesi nel mondo in cui questo reato non esiste.
Nordio ha poi evidenziato che il numero dei femminicidi commesso in Italia dovrebbe essere interpretato anche alla luce della percentuale di stranieri presenti nel Paese: “Il numero commesso dagli italiani è sicuramente maggiore, ma tenuto conto che il rapporto tra italiani e stranieri è 10 a 1, allora la percentuale aumenta a scapito degli stranieri“.
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