Il deputato critica Giorgia Meloni: «Ostinata a chiedere di andare al voto, ma sbaglia». E su Draghi: «Rianimatore di Palazzo Chigi. Senza di lui si rischia la crisi del 2018»
Il deputato di Azione, Osvaldo Napoli, critica fortemente Giorgia Meloni e la richiesta di votare al più presto un nuovo governo: «Si ostina, con assoluta coerenza le va riconosciuto, a difendere il maggioritario come sistema migliore per garantire la stabilità degli esecutivi. La sua ostinazione è tale da impedirle di vedere che non è mai stato così. L’unica legislatura conclusa alla scadenza naturale risale al 2001 e l’ultima volta di una maggioranza indicata dagli elettori è stata nel 2008: esattamente 21 e 14 anni fa».
Il politico estende poi il ragionamento a tutto il sistema politico, ancora fermo alla credenza “taumaturgica” del sistema elettorale: «Il paradosso e’ che Meloni, al pari di Enrico Letta, guarda al sistema maggioritario perché sarebbe il solo in grado di dare un vincitore e uno sconfitto. E quando poi i vincitori litigano fra loro, si dividono e lasciano la maggioranza perché in disaccordo sul programma o su un singolo aspetto? In quel caso arrivano i governi Dini, Monti e Draghi».
Se nella Prima Repubblica un governo tecnico era impensabile, sottolinea Napoli, è perchè i giochi politici e le alleanze erano fatte su concreti accordi e programmi, che venivano quasi sempre realizzati. I sette presidenti del Consiglio che gli italiani hanno visto sedersi a Palazzo Chigi negli ultimi undici anni sono la conferma dell’instabilità politica.
Il parere di Napoli su Draghi non è che positivo: «È l’ultimo rianimatore autorevole del sistema. Dopo di lui, e senza rinascita dei partiti politici, c’è il rischio di terribili avventure come quelle vissute dal 2018 al 2021».