All’evento “La Scienza al centro dello Stato” promosso dalla Italian Scientists Association è stata presente la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che ha affrontato il delicato tema dell’Intelligenza artificiale. “La divulgazione è uno dei tanti temi che accomunano scienza e politica, materie complesse che se non si riesce a far capire ai più rimangono confinate ognuna nel proprio ambito. È molto importante la capacità di divulgazione in queste materie” ha affermato la premier all’incontro organizzato nella sala Angiolillo di Palazzo Wedekind.
Per il capo dell’esecutivo occorre “un’alleanza tra il mondo della politica e il mondo della scienza. Scienza e politica credo debbano essere alleati per perseguire il bene comune“.
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Meloni, i rischi dell’Ia
L’Intelligenza artificiale sarà il futuro: in particolar modo, quella generativa apre scenari con i quali siamo chiamati a confrontarci molto più velocemente di quanto non si stia facendo. Ciò comparta anche dei rischi: “I deepfake sono l’esempio con cui il grande pubblico ha imparato a familiarizzare con i rischi dell’Intelligenza artificiale generativa. L’impressione che ho, è che senza rendercene conto stiamo barattando la norstra libertà con la comodità: potrebbe essere troppo tardi quando ce ne rendiamo conto. Senza adeguati processi politici, per giudicare quei rischi, rischiamo di arrivare troppo tardi. Il progresso corre in modo estremamente veloce, i processi decisionali tendono a rallentare” ha aggiunto la Meloni.
Per la premier una grande prospettiva deriva dalla possibilità di produrre in un futuro energia pulita e illimitata dal nucleare da fusione. “L’Italia è la patria di Enrico Fermi, su questa non è seconda a nessuno grazie al know how, all’attività di ricerca e sviluppo, al nostro sistema produttivo: possiamo continuare a crescere, a dare al mondo nuove scoperte e un futuro migliore e diverso” ha poi concluso.
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