Giovedì il premier in parlamento per una informativa sul conflitto. Di Mario: «Esecutivo avanti fino al 2023». Berlusconi sceglie il commissario in Lombardia
E’ fissata a giovedì 19 maggio la presenza di Mario Draghi in Parlamento per l’informativa sullo status quo del conflitto in Ucraina. Un evento che, pur non avendo da norma la necessità di raccogliere i pareri dei partiti, scalda maggioranza e opposizione per via delle diverse posizioni emerse in questi giorni, in particolare dopo la visita di Draghi negli Usa.
Su questo fronte il ministro Luigi Di Maio non ha dubbi, ospite di “In mezz’ora in più” su RaiTre: «In merito alla tenuta del governo non sono preoccupato. Ovviamente ci sono delle discussioni in corso, è normale che ci sia un contraddittorio ma questo governo è nato proprio per affrontare questo tempo di crisi. Giuseppe Conte ha detto di aver sentito le parole pronunciate da Draghi a Washington molto vicine a lui e al suo modo di pensare. Da ministro di questo governo e membro del M5S trovo una congruenza totale rispetto a quello che sto facendo. La forza politica a cui appartengo è stata molto responsabile. Ha stabilito che si potevano dare aiuti all’Ucraina seguendo il principio della legittima difesa, ha stabilito che si potevano dare aiuti finanziari e allo stesso tempo abbiamo accolto tutti i pacchetti di sanzioni».
Il Pd convoca l’assemblea nazionale
Intanto anche il Partito democratico vuol fare il punto della situazione prima che il premier riferisca in aula. Per questo il segretario Letta ha convocato la direzione nazionale per martedì 17 dalle 11: all’ordine del giorno l’analisi della situazione politica, le elezioni amministrative e i referendum.
Tensioni in Forza Italia
Sul fronte Forza Italia intanto il presidente Silvio Berlusconi nomina nuovo commissario di Forza Italia per la Lombardia la senatrice Licia Ronzulli, al posto dell’europarlamentare Massimiliano Salini. Decisione che apre uno scontro interno. «Mi è stata resa nota senza che tale comunicazione fosse accompagnata da alcuna motivazione plausibile», spiega Salini. Ronzulli si limita a definirsi «un soldato nelle mani del presidente Berlusconi. Mi ha chiamato ieri sera e, da figlia dell’Arma, ho risposto: presente!». Ma la sua nomina fa storcere il naso a tanti altri, a partire da una big di Fi come il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, molto forte proprio in Lombardia.