Dopo il ricorso di Valentina Castaldini del 2024 sulla legge sul Fine vita in Emilia- Romagna, il Tar ha accolto la sua richiesta. La consigliera di Fratelli d’Italia si è imposta contro l’atto amministrativo che rendeva legale il sul suicidio assistito nella regione emiliana, chiedendo l’annullamento della delibera.
Il suo ricorso risale all’11 marzo 2024 e poi il 12 aprile anche la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute avevano presentato una richiesta analoga. In entrambi casi è stata sottolineata “l’illegittimità“.
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Nel frattempo però, in Emilia- Romagna si sta per concludere anche il secondo iter che riguarda il percorso di suicidio; non solo, una terza persona ha appena iniziato il percorso. Proprio ciò ha portato Valentina Castaldini a chiedere una sospensione immediata che ora è stata accolta dal Tar.
Secondo la consigliera questa sospensione è un passo importante: “Non è accettabile che un atto amministrativo regionale sostituisca una legge nazionale su un tema così delicato“.
La Castaldini vuole difendere i principi democratici: “Questa è battaglia che non è solo giuridica, ma anche di difesa dei principi etici e democratici fondamentali, in quanto fin da subito ho espresso forti perplessità sia sulla composizione della commissione incaricata, sia sull’opportunità di affrontare una questione tanto delicata e complessa con una delibera di giunta, e non con un confronto parlamentare serio, ampio e condiviso“.
Il 15 maggio ci sarà quindi la trattazione collegiale su questo tema per decidere le sorti della legge sul fine vita in Emilia- Romagna.
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