Europee, la sfida tra Meloni e Schlein e la rabbia di Conte

Il confronto televisivo tra le due leader sulle europee sembra ormai scontato e Giorgia Meloni è pronta ad attaccare la sua preda perfetta; Conte intanto non sembra pronto ad accettare il secondo posto nel centro sinistra

Redazione
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Durante la lunga conferenza stampa, tra domande, risposte e pause per il bagno, Giorgia Meloni è riuscita a destabilizzare il Movimento 5 Stelle accettando il confronto televisivo con Elly Schlein, definita “leader dell’opposizione“. Una dicitura che a Giuseppe Conte non è piaciuta proprio, poiché gli ricordava l’enorme ostacolo che il nuovo astro nascente dei democratici può rappresentare per la sua carriera, soprattutto per il suo ruolo all’interno del centrosinistra e nella corsa alle elezioni europee.

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Giuseppe Conte

Lo scontro tra i due è aperto già da tempo, ma la decisione di Meloni di scegliere proprio Schlein come avversario principale in vista delle Europee ha fatto ribollire il sangue nelle vene di Conte, che ha voluto immediatamente sottolineare come egli per primo avesse chiesto un confronto alla premier, in occasione di Atreju, e come la sua richiesta non fosse stata accolta: “Ciò che Meloni non può fare è scegliersi gli oppositori e dare patenti di legittimità ai suoi avversari. Con me rifiutò“.

Europee, Meloni contro l’avversario che teme meno

Invece, come ci ricorda Stefano Patuanelli, ex ministro e capogruppo del M5S, Giorgia Meloni ha compiuto la scelta migliore per se stessa, accettando un confronto con un leader avversario che però non la spaventa e che allo stesso tempo non sarà in grado di oscurarla. “Giorgia Meloni è legittimata a confrontarsi con chi vuole, in questo caso con chi teme meno. Anche se non può giocare a questi giochini per sempre“, ricorda Patuanelli, dimenticando però che la sfida politica si volge nel presente e non nel futuro, per cui ciò che conta è la scelta odierna del premier.

Sono diversi i motivi che potrebbero aver spinto Giorgia Meloni a scegliere Elly Schlein come avversaria perfetta, ma quello più importante riguarda la preparazione al confronto della dem, ancora troppo preoccupata di mantenere intatta la sua figura, di non cadere nei tranelli del voltafaccia, di non rimangiarsi qualche affermazione fatta mesi o anni fa. Preoccupazioni che la indeboliscono e che la rendono la preda perfetta di Giorgia Meloni, che della coerenza ormai se ne infischia bellamente.

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Elly Schlein ancora troppo preoccupata di sembrare incoerente

Per ora, comunque, sembra che non ci siano stati contatti tra l’entourage delle due leader e allo stesso modo sembra che l’unica gara in corso sia quella tra le emittenti che vogliono accaparrarsi a tutti i costi la possibilità di ospitare il confronto in vista delle europee. I più agguerriti, e di conseguenza quelli che hanno più possibilità, sono i programmi di Bruno Vespa, che ritiene di dover gestire il dibattito come fece per Berlusconi e Prodi, Enrico Mentana, che allo stesso modo diresse quello tra Berlusconi e Occhetto, e infine Skytg24 che si definisce “la casa del confronto“.

L’ipotesi più plausibile è che il dibattito tra Meloni e Schlein avverrà su due reti diverse, un’emittente pubblica e su una privata. La decisione dovrà però essere presa velocemente, perché il confronto dovrà avvenire entro aprile, per non scontrarsi con le regolamentazioni della par condicio che accompagnano ogni corsa alle urne.

Le regionali che spaccano maggioranza e opposizione

Mentre il trio Meloni-Schlein-Conte si preoccupa del confronto sulle europee in arrivo, su cui l’unica a non aver ancora detto niente è proprio Elly Schlein, intanto la corsa alle regionali sembra aver portato a galla alcune problematiche interne alla maggioranza e all’opposizione.

In Piemonte l’agognata coalizione tra M5S e Pd per creare un campo largo che riesca a far fronte al candidato Alberto Cirio di FI, sembra essersi trasformata in una seduta di terapia di coppia, in cui i due stanno cercando di appianare le loro divergenze per un bene comune, portando però dentro di sé rancore e sfiducia nei confronti dell’altro. Una partenza niente male, insomma, che potrebbe migliorare il prossimo 17 gennaio, quando i due potrebbero scegliere il nome del candidato da presentare, sempre se riescano a scendere a compromessi.

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Christian Solinas escluso dalla corsa alle regionali in Sardegna

Nel frattempo, invece, il centro destra si scontra sul territorio sardo, sempre in vista delle elezioni regionali, con qualche difficoltà ad individuare un candidato che possa andare bene sia a FdI sia alla Lega. Uno scontro duro in cui nessuno dei due partiti sembrava pronto a mettere da parte il proprio candidato, Truzzu per FdI e Solinas per la Lega, eppure in poche ore la soluzione è stata trovata, con la candidatura di Truzzu, e le divergenze sono state appianate.

Non si può dire lo stesso del centro sinistra che anche nell’isola ha deciso di cercare il campo largo col M5S, stavolta però con il dictat di Schlein, che ha deciso di accettare la candidatura dei pentastellati per assicurarsi la coalizione. Una scelta saggia? A livello elettorale potrebbe anche esserlo, ma ovviamente lo scontento del partito, e non solo, non ha atteso a lungo prima di palesarsi: “se la sinistra cede a Conte è finita” ha tuonato l’ex governatore Renato Soru ed ex democratico.

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