Il presidente uscente sta vivendo a pochi giorni dal primo turno elettorale un momento di crisi nei sondaggi. Prende quota Marine Le Pen che strappa all’ex capo di Stato ben 5 punti
Mai nessuna elezione presidenziale nella storia francese era mai passata così in sordina come quella del 2022. Eppure di carne al fuoco in questi ultimi periodi ne è stata messa. Emmanuel Macron, leader politico uscente al suo primo mandato all’Eliseo, sembra non avere la strada così spianata per la riconferma del suo incarico. L’appuntamento alle urne è per il prossimo weekend, nella giornata di domenica 10 aprile, quando quasi 50 milioni di persone saranno chiamate a esprimere le loro preferenze politiche.
Quasi impossibile avere il nome del nuovo presidente al primo turno, molto probabilmente si dovrà aspettare il ballottaggio, previsto per il 24 aprile. Fin ora i sondaggi avevano sempre premiato con un trend positivo Macron, certo di poter superare senza troppe fatiche il primo turno di votazioni, ma nelle ultime stime condotte da IPSOS France nulla appare così scontato.
I numeri
In termini di numeri assoluti, il leader di République en Marche si tiene sempre sul podio, con il 26% delle preferenze. Lo segue Marine Le Pen, storica rivale e rappresentante di Rassemblement National, partito di estrema destra, ferma al 21,5%. Ciò che stupisce però è la perdita di vantaggio di Macron: solamente cinque punti di distanza dal secondo posto contro i sedici delle stime condotte tre settimane fa.
Se lo scenario rimanesse immutato fino al giorno delle elezioni, nessuno dei dodici candidati in lista raggiungerebbe immediatamente la maggioranza assoluta, portando Emmanuel Macron e Marie Le Pen a un testa a testa al secondo turno di votazioni. Stesso panorama del 2017 ma che potrebbe avere una fine molto diversa. Sempre secondo l’istituto di sondaggi IPSOS, in una prospettiva di ballottaggio il presidente uscente potrebbe riuscire a prendere fino al 54% delle preferenze dei votanti, lasciando il 46% alla sua avversaria.
Ma anche in questo caso a preoccupare è il tasso di discesa di popolarità di Macron: solamente poche settimane fa, lo stesso sondaggio lo vedeva in vantaggio al 59%. Solitamente nei ballottaggi, l’estrema destra francese è sempre stata ostacolata da quello che viene definito il “muro repubblicano”, ma questa volta la presenza dello schieramento di ultra destra guidato da Eric Zemmour potrebbe cambiare le carte in gioco. A meno di una settimana dalle elezioni, si conoscono i vincitori ma non l’ordine con cui essi si classificheranno, dando al prossimo weekend un brivido di imprevedibilità che tanto piace alla politica.
Macron crolla: da stella nascente della politica a presidente inviso?
Quando nel 2017 Emmanuel Macron vinse le elezioni presidenziali francesi, la sensazione di avere davanti un personaggio nuovo e rivoluzionario, pronto a cambiare la politica dell’Eliseo era un sentimento condiviso da molti. Oggi, a cinque anni di distanza, l’astro nascente dell’allora presidente più giovane di Francia sembra essersi eclissato.
Nel suo lungo mandato, Emmanuel Macron ha dovuto fronteggiare non poche crisi: da quella politica dei Gilet Jaune, a quella economica, fino al contrasto della pandemia da Covid e, nell’ultimo mese, la guerra in Ucraina. Il suo tasso di popolarità durante il mandato è stato ricco di colpi di scena: dal primo crollo al 40% dopo appena quattro mesi dalle sue prime elezioni, per poi risalire e successivamente scendere fino al minimo storico del 2018, al 23%, durante le violente proteste di piazza. La campagna elettorale di Macron – non troppo differentemente dai suoi avversari – non è stata brillante.
Entrato quasi all’ultimo minuto nella competizione presidenziale, il rappresentate dell’Eliseo ha sostenuto poi di essere maggiormente impegnato negli sforzi diplomatici per porre fine al conflitto in Ucraina. Secondo le stime, questo è stato il suo “tallone di Achille”, che ha lasciato alla sua rivale più agguerrita, Marine Le Pen, uno spazio di discussione molto più ampio e prese di posizioni più decise. Al contempo, non hanno giocato a favore di Macron neanche le continue restrizioni per il Covid, che hanno contribuito a rendere anomala la campagna elettorale e meno partecipativa rispetto agli anni passati.
Di fronte al procedere a rilento, nessun candidato è riuscito a stimolare i cittadini: non a caso proprio in queste elezioni si prevede il tasso di astensionismo più alto della storia di Parigi, oltre il 34%, che marca il sentimento di stanchezza, demotivazione e incertezza che sta vivendo popolo francese.