Il premier apre i lavori dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, presieduta quest’anno dall’Italia. Sul tavolo diversi i temi da affrontare, dalla guerra, alla crisi del gas e del grano fino all’uscita dalla pandemia
Si aprono oggi i lavori dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che riunisce i principali ministri delle Finanze, Economia, Affari Esteri e Commercio. Quest’anno la commissione è presieduta dall’Italia, con la vicepresidenza di Messico e Norvegia. Per tale motivo, è il presidente Mario Draghi il primo a parlare, all’inaugurazione del summit, con un discorso che tocca i diversi temi dell’incontro.
«Dalla sua creazione più di 60 anni fa l’Ocse ha svolto un ruolo fondamentale nella promozione di politiche per la crescita e l’occupazione e nel facilitarne l’adozione tra i suoi Stati membri. In questo momento difficile per l’economia mondiale, il suo ruolo è più importante che mai», afferma il premier.
Sulla crisi energetica, il leader italiano mostra una posizione decisa: «Contro il caro energia la Ue deve valutare di replicare gli strumenti come quelli adottati nella pandemia che ci hanno aiutato a riprenderci rapidamente. Una mossa simile, questa volta mirata all’energia potrebbe garantire ai paesi vulnerabili più spazio per aiutare i propri cittadini in un momento di crisi, rafforzerebbe il sostegno popolare al nostro sforzo sanzionatorio congiunto e contribuirebbe a preservare la stabilità finanziaria in tutta l’area dell’euro».
Draghi fa sapere che il Consiglio europeo ha preso in considerazione l’idea di imporre un tetto dei prezzi per le importazioni di gas russo, che potrebbe limitare l’incremento dell’inflazione e ridurre i flussi finanziari, ma sottolinea che «ci sono discussioni ancora in corso, la strada potrebbe essere lunga».
Allo stesso tempo però, il presidente del Consiglio si è mostrato fiducioso dell’effetto delle sanzioni economiche sugli oligarchi: «Il G7 e la Ue hanno mostrato una notevole unità e solidarietà nel sostenere l’Ucraina e nel mettere pressione sulla Russia per riprendere i negoziati. La Ue da sola ha approvato sei gruppi di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell’economia russa».
La crisi del grano
Draghi parla anche della situazione del blocco del grano nei porti ucraini, esortando alla risoluzione per evitare una crisi alimentare e umanitaria, soprattutto nei Paesi del Terzo mondo, ma sottolinea anche che «lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite è un notevole passo in avanti, sfortunatamente è l’unico».
«Dobbiamo offrire al presidente Zelensky le assicurazioni di cui ha bisogno che i porti non saranno attaccati e continuare a sostenere i paesi beneficiari, proprio come sta facendo l’Unione Europea con il suo Food and Resilience Facility», afferma il premier.
Fra crisi economica e sanità post pandemia
Il presidente del Consiglio parla anche della crisi economica e del problema dei salari: «Gli stipendi devono recuperare il loro potere d’acquisto, ma senza creare una spirale prezzo-salario che comporterebbe, a sua volta, tassi di interesse ancora più elevati. Dobbiamo ridurre i prezzi dell’energia e offrire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese, soprattutto quelle più bisognose».
Draghi mette in luce anche che secondo l’ultimo Economic Outlook rilasciato dall’Ocse con la guerra in Ucraina l’inflazione è salita notevolmente. Le ragioni dei vari paesi, però, sono diverse fra Europa e America: «Se escludiamo articoli come energia e beni alimentari, l’aumento è solo circa la metà, un salto significativo, ma molto inferiore rispetto agli Stati Uniti».
E sulla pandemia e la conseguente crisi socio-sanitaria, il premier aggiunge: «La risposta alle crisi derivanti dall’invasione dell’Ucraina non deve distrarci dalle politiche a lungo termine che andranno a beneficio delle generazioni future. Il Covid-19 ha messo in luce le fragilità dei nostri sistemi sanitari. Vogliamo stimolare gli investimenti e rendere il mondo più preparato per future pandemie».
G20, il minimum tax e il “green”
Mario Draghi definisce “storico” l’accordo sulla tassazione globale preso al G20 di Roma: «Ora va attuato rapidamente per rendere l’economia mondiale più equa, più forte e più inclusiva. L’incontro di oggi si concentra sulle generazioni future e sulla transizione verde in tutto il mondo, in particolare in Africa. Mentre costruiamo un modello economico migliore per domani dobbiamo iniziare ad affrontare le sfide di oggi».
Infine, il presidente del Consiglio italiano conclude il discorso lanciando un monito importante: «Questa situazione di emergenza non deve essere una scusa per tradire i nostri obiettivi climatici ma la ragione per raddoppiarli. Accelerare la transizione energetica è fondamentale per spostarci verso un modello sostenibile e ridurre la nostra dipendenza dalla Russia. Dobbiamo agevolare l’espansione delle rinnovabili e promuovere ricerca e sviluppo in nuove soluzioni di energia verde e pulita. Questo significa rafforzare la nostra architettura dell’idrogeno e sviluppare reti intelligenti e resilienti».