Michele Guerra guida la coalizione di centrosinistra, appoggiato dal sindaco uscente Pizzarotti, contro Pietro Vignali, che cerca di riconquistare voti dopo il grande divario registrato col suo opponente al primo turno di votazione
A Parma, il turno del 12 giugno delle comunali si era chiuso con un netto vantaggio, quasi il 44% delle preferenze, di Michele Guerra, candidato del centrosinistra già assessore alla cultura nella giunta uscente. Il divario dei voti raccolti Pietro Vignali, volto della coalizione di destra di Lega e Forza Italia fermo al 21%, è troppo ampio: la rimonta cercata dall’ex sindaco potrebbe avere dei tratti tanto difficili quanto clamorosi.
Vignali raccoglie i partiti di destra e l’appoggio di Fratelli d’Italia, che al primo appuntamento elettorale aveva candidato Priamo Bocchi, fermatosi al 7,5%. Il suo sostegno all’ex sindaco è arrivato solamente in via ufficiosa. Dalla parte opposta, Guerra è sostenuto sia da Pizzarotti, sindaco di fine mandato, che dal Partito democratico. Nessuna modifica alla sua coalizione, che però si rivolge a un bacino di elezione in partenza molto più ampio.
Giocano a viso “coperto” Dario Costi, con il suo elettorato del 13,5%, la cui posizione “mai con Vignali” è un tacito assenso per votare il centrosinistra. Quasi scontati anche i voti di Europa Verde e Potere al Popolo/Rifondazione, che insieme hanno raggiunto l’8%. Nonostante le critiche rivolte a Guerra e alla sua coalizione, se al ballottaggio andranno a votare, è difficile immaginare che la loro scelta ricada su Vignali.
Grande assente in queste votazioni è il Movimento 5 Stelle che nel 2012 fece di Parma la sua roccaforte e prima città conquistata.