La consigliera regionale Tarasconi stacca la sua avversaria Barbieri di solo due punti percentuali. Maggiore attenzione alle questioni locali nella campagna elettorale, che rendono incerti gli apparentamenti
Anche a Piacenza la sfida del ballottaggio è tutta al femminile. Contrapposte, infatti, la sindaca uscente, Patrizia Barbieri, sostenuta dal centrodestra, e la consigliera regionale del Pd, Katia Tarasconi.
Il primo turno di elezioni ha visto, quasi a sorpresa, trionfare il volto della sinistra piacentina sull’ex prima cittadina. Ma i punti di distacco si contano quasi sulla punta delle dita: 40% contro 38%, per due punti decisivi.
L’attenzione ora è rivolta tutta verso gli schieramenti usciti perdenti il 12 giugno e al loro elettorato. Se Stefano Cugini, appoggiato da una serie di liste e dal Movimento 5 Stelle, ha raccolto quasi l’11%, lo storico esponente dei liberali, Corrado Sforza Fogliani, tocca quota 8%.
Una campagna elettorale molto particolare, quella piacentina, basata più sulle questioni locali che sui riflessi della politica nazionale. Per questo, l’assenza di apparentamenti ufficialmente siglati, rende la partita alle urne ancora aperta fino all’ultimo voto.
Tarasconi punta a strappare la preferenza degli elettori di Cugini, che statisticamente sono sufficienti per confermarle il mandato al Comune, anche se alcune frizioni avute in passato potrebbero influire sul voto.
I liberali, di contro, puntano a collocarsi a centrodestra, a supporto di Barbieri anche se la decisione di correre da soli viene proprio da alcune critiche mosse all’amministrazione della prima cittadina uscente. A sancire il nome della prossima sindaca di Piacenza potrebbe essere proprio una manciata di voti.
Ultima variabile, ma non meno importante, è l’affluenza alle urne, che quest’anno ha toccato in tutti i Comuni d’Italia minimi storici mai visti prima: il caldo della domenica estiva potrebbe “boicottare” la conferma delle percentuali di voto raccolte due settimane fa.