Per il governatore il piano da mettere in atto sarà scrivere «a tutti i sindaci del Lazio chiedendo loro, intanto, di adottare dei provvedimenti preventivi con ordinanze che indicano e attuano forme di risparmio idrico in tutti i comuni della nostra regione»
Riunione in prefettura – con al tavolo il vicepresidente Daniele Leodori, l’assessora regionale Roberta Lombardi, l’assessore alle infrastrutture Mauro Alessandri, la protezione civile, e Acea Ato 2 – in cui il presidente Nicola Zingaretti ha fatto chiarezza sul grave stato di siccità in cui verte la regione Lazio e ha suggerito l’urgenza di dichiarare uno stato di calamità naturale che «servirà ad adottare immediatamente le prime misure e a invitare i sindaci alle prime norme di contenimento». Per l’ex segretario Dem «dobbiamo prepararci ad una situazione che sarà molto critica e che dovrà basarsi sul risparmio idrico di tutte le attività a cominciare dai consumi familiari». Al massimo entro mercoledì si procederà con la proclamazione dello stato di calamità per ottenere prelievi limitati che consentiranno «permettano la non turnazione nel territorio di Roma e provincia».
Il piano da mettere in atto sarà dunque scrivere «a tutti i sindaci del Lazio chiedendo loro, intanto, di adottare dei provvedimenti preventivi con ordinanze che indicano e attuano forme di risparmio idrico in tutti i comuni della nostra regione».
Fontane pubbliche e autocisterne
Anche a Roma l’emergenza acqua sta portando le istituzioni di territorio a valutare provvedimenti più efficaci. Dopo la crisi idrica del 2017 gli enti potrebbero adottare tra le altre misure anche quelle di cinque anni fa, con la possibilità di chiudere le fontane pubbliche e rifornire di acqua potabile attraverso autocisterne almeno i quartieri nella fascia sud-est della capitale. Attualmente non sono previsti razionamenti anche se la situazione è grave. «Con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ho già parlato. La situazione di Acea Ato 2, che poi era l’oggetto della riunione, ad ora esclude forme di turnazione di fonte idrica. Ma qui parliamo di fenomeni legati alla natura, quindi è bene verificare nei limiti del possibile le forme per invitare alla limitazione del consumo idrico» ha ribadito Zingaretti nel corso della riunione.
Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’autorità di bacino del Tevere, interrogato dall’Ansa, sottolinea con apprensione la diminuzione di portata del Tevere «che scorre intorno ai 100 metri cubi al secondo» e ora «ha un calo di portata abbastanza preoccupante che ovviamente deriva dal calo di portata dei suoi 42 affluenti». La preoccupazione non è tanto rivolta a Roma «dove la riserva idropotabile è in montagna nel reatino, per cui stiamo abbastanza tranquilli per le prossime settimane», quanto piuttosto per le altre località a rischio perché «non servite da falde montane» e se la capitale ha ridotto notevolmente le perdite, «la grande sete nel territorio colpisce soprattutto l’agricoltura». L’area che nel Lazio soffre di più è senz’altro il Viterbese.
Il tema rimane il clima che si sta trasformando e lo sforzo da compiere è cambiare anche noi. «L’Italia ha un dato di perdite clamoroso con lo spreco delle condotte che arriva, a livello nazionale, al 43 %. Acea su Roma ha fatto un forte recupero dal 2017 con l’ultima siccità, dove la dispersione era al 43% e ora siamo al 28%» chiosa il segretario generale.
Nella giornata di oggi ci sarà un osservatorio straordinario con comune, regione, consorzio di bonifica e autorità di bacino del Tevere per esaminare al dettaglio la questione dell’emergenza idrica e intervenire tempestivamente.