Nella notte tra martedì e mercoledì, la regione di Odessa è stata bombardata per il secondo giorno consecutivo dai missili russi. Le aggressioni sono arrivate poco dopo la scadenza dell’accordo sul grano che la Russia non ha voluto rinnovare, oltre che a seguito del presunto attacco da parte dell’Ucraina al ponte di Crimea.
Il governatore della regione, Oleg Kiper, ha prima lanciato l’allarme, consigliando agli abitanti di non lasciare i rifugi, per poi proclamare la fine dello stato d’allerta tramite Telegram.
Russia, missili su Odessa: ponte di Crimea o accordo sul grano?
I bombardamenti alla città di Odessa sarebbero la risposta all’attacco al ponte di Crimea, che, secondo la Russia, sarebbe avvenuto per mano dell’Ucraina. Nella regione, però, ci sono anche i tre porti che gli ucraini utilizzavano per esportare il grano tramite il mar Nero, nonostante lo stato di guerra, grazie all’accordo che era stato mediato dall’Onu e dalla Turchia a luglio 2022.
Lunedì, però, la Russia ha comunicato di non voler rinnovare l’accordo, che è così scaduto. Alla base degli attacchi ad Odessa, quindi, potrebbe esserci anche la volontà espressa dall’Ucraina di continuare a esportare il grano, che non sarebbe stata gradita dal governo russo. La motivazione ufficiale, però, resta la replica all’attacco che ha rischiato di far crollare il ponte che collega la Crimea alla Russia continentale.