Nella giornata di ieri, circa 7,3 milioni di cittadini senegalesi si sono recati alle urne per scegliere il quinto presidente della Repubblica, appena la dodicesima elezione del loro capo di Stato, a partire dall’ottenimento dell’indipendenza dalla Francia nel 1960. Un processo elettorale che, questa volta, si è svolto in un contesto segnato da una terribile crisi politica che ha messo a rischio la stabilità di una delle democrazie più solide del continente africano. Il primo turno di elezioni si è concluso con la vittoria di Bassirou Diomaye Faye, risultato poco gradito ad Amadou Ba, che ha accusato Faye di aver manipolato il voto.
Un rinvio problematico
L’annullamento delle elezioni presidenziali, inizialmente previste per il 25 febbraio, da parte del presidente uscente Macky Sall, ha scatenato una serie di proteste violente che hanno causato perdite umane, feriti e numerosi arresti. Questo inatteso annullamento, il primo dal 1963, ha gettato il Paese in una crisi politica senza precedenti, portando all’inaspettato rinvio delle elezioni di ben 10 mesi, su decisione dell’Assemblea nazionale. Dopo un mese di incertezze che hanno destato preoccupazione sia a livello nazionale che internazionale, la data delle elezioni presidenziali è stata finalmente fissata per il 24 marzo, poco prima della scadenza del mandato di Sall, il 2 aprile, su decisione del Consiglio costituzionale.
Le condizioni di candidatura in Senegal richiedendo la cittadinanza esclusivamente senegalese, il supporto di una lista specifica di elettori registrati e un deposito finanziario significativo per convalidare la candidatura. Richieste piuttosto rigide se si considera l’esclusione di Karim Wade, candidato del Partito Democratico Senegalese (Pds) e figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade, a causa della sua doppia nazionalità.
Elezioni Senegal: i candidati principali
Tra i principali candidati si evidenziano diverse figure di spicco, tra cui l’ex primo ministro Amadou Ba, scelto come candidato dalla coalizione di governo, Benno Bokk Yaakaar. Tuttavia, la sua candidatura non è stata accolta unanimemente, evidenziando le tensioni interne nella maggioranza presidenziale. Anche altri ex ministri di Macky Sall si presentano come candidati, come Aly Ngouille Ndiaye e l’ex primo ministro Mahammed Boun Abdallah Dionne, entrambi con un buon seguito. Secondo gli ultimi sondaggi, Amadou Ba rischia di non vincere al primo turno e di essere superato dalla concorrenza degli altri due candidati dissidenti.
L’opposizione è rappresentata invece da Bassirou Diomaye Faye, scelto dal leader Ousmane Sonko, divenuto noto per la sua ferma opposizione al regime di Sall. Entrambi sono stati rilasciati dalla prigione durante la campagna elettorale, a soli dieci giorni dal voto. Faye, ex collega di Sonko, è diventato il candidato sostituto del partito Pastef les Patriotes, dopo la bocciatura della candidatura di Sonko da parte del Consiglio costituzionale. Tra i 17 aspiranti presidenti figura anche una donna, l’imprenditrice Anta Babacar Ngom, amministratore delegato di Sedima e Kfc Senegal, che ha sorpreso tutti riuscendo a convalidare le sue sponsorizzazioni già al primo turno di controlli del Consiglio costituzionale.