Parigi si infiamma per le proteste contro l’aborto. A pochi giorni dalla discussione della legge che regolamenta l’interruzione volontaria della gravidanza, si scatena il dissenso dei gruppi di “Pro Vita”, da sempre contrari all’inclusione nella Costituzione francese di emendamenti in favore dell’aborto e del fine vita.
Proteste a Parigi, la Marcia per la Vita
Gli oppositori all’inserimento dell’aborto nella Costituzione, voluta dal governo francese e discusso in Assemblea nazionale il 24 gennaio, hanno approfittato della tradizionale Marcia per la Vita, per scendere in piazza e sfilare lungo le strade della capitale con cartelli che recitavano frasi quali “la cura non è omicidio” o “aborto = cuori spezzati” alternati a slogan che chiedevano al presidente Emmanuel Macron di “non toccare gli embrioni”.
La Marcia per la Vita viene organizzata tutti gli anni in occasione dell’anniversario dell’approvazione della legge Veil sull’interruzione di gravidanza. La legge sull’aborto, emanata il 17 gennaio 1975, era tornata sotto i riflettori negli ultimi anni a causa di una proposta di legge che prevede l’allungamento dei termini per praticare l’aborto dalle 12 settimane attuali a 14.
Parigi, il contributo di Femen
La manifestazione antiabortista è stata però interrotta dalle femministe di Femen, le quali hanno marciato in topless al grido di: “la vostra opinione non conta, l’aborto è un diritto”. Secondo i dati ufficiali, nel 2022 la Francia ha registrato 234.300 aborti.
Proteste a Parigi, le richieste di ProVita
I manifestanti chiedevano che venisse resa obbligatoria una ecografia a partire dalla sesta settimana di gravidanza, in modo da sentire il battito cardiaco del feto e l’introduzione di un periodo di riflessione di almeno tre giorni per decidere se procedere con l’interruzione della gravidanza. Hanno inoltre chiesto al Governo di “incoraggiare il parto anonimo e difendere il diritto assoluto di obiezione di coscienza degli operatori sanitari e di proteggere la specifica clausola di coscienza”.
Oltre al tema dell’aborto è stato oggetto di critiche anche il tema del fine vita. A tal proposito gli organizzatori della Marcia per la Vita e i rappresentanti dei gruppi Pro Vita hanno chiesto che venisse rigettata la legge, che sarà discussa agli inizi di febbraio, sulla “legalizzazione del suicidio assistito e dell’eutanasia”.