Continua l’assedio allo stabilimento Azovstal, nel cuore di Mariupol, dove le forze ucraine resistono a fatica: “Forse i nostri ultimi minuti di vita”
La Russia lancia un ultimatum all’acciaieria Azovstal, nel cuore di Mariupol. Ora di scadenza: le 14.00 (13.00 ora italiana). “Basta a questa resistenza insensata”, grida il Cremlino. Oltre ai militari ucraini, all’interno dello stabilimento sarebbero presenti almeno un migliaio di civili in condizioni precarie, senza medicinali né acqua. Intanto Mosca accusa i “nazionalisti ucraini” di utilizzare i civili al pari di scudi umani, assicurando che, se le forze asserragliate all’interno dello stabilimento si arrenderanno entro l’orario stabilito verranno garantite sicurezza e cure mediche. Nel frattempo arriva l’appello ucraino da uno dei più grandi stabilimenti metallurgici d’Europa: “Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita”. Azovstal è l’ultimo baluardo dinanzi la conquista di Mariupol.
La posizione di Zelensky
Zelensky definisce “brutale” la situazione in cui si trova la città e continua a premere l’occidente per nuovi aiuti. “Se avessimo accesso a tutte le armi di cui abbiamo bisogno, che i nostri partner hanno e che sono paragonabili a quelle usate dalla Federazione Russa, avremmo già posto fine a questa guerra”. Intanto Biden nella giornata di ieri, 19 aprile, ha convocato una videoconferenza tra i Paesi alleati, dove si è discusso non solo del “continuo sostegno all’Ucraina e degli sforzi per far pagare alla Russia le sue azioni”, ma anche dell’urgenza di nuove sanzioni contro Mosca che potrebbero essere annunciate a breve. Il presidente americano ha inoltre insistito sulla necessità che tutti gli alleati continuino a fornire armi all’Ucraina per affrontare la crescente offensiva nell’est della regione.
La Von Der Leyen
“I leader del mondo restano fermamente uniti nel sostegno all’Ucraina. Irrigidiremo ulteriormente le nostre sanzioni contro la Russia e aumenteremo la nostra assistenza finanziaria e nella sicurezza”; “Grazie al presidente degli Usa per aver convocato questa importante call”. Così scrive Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione dell’Unione Europea, subito dopo aver terminato la videochiamata con Biden e i Paesi alleati. Presente anche Mario Draghi: “E’ stata condivisa la forte preoccupazione per il prolungarsi delle ostilità in corso e l’esigenza di giungere quanto prima a un cessate il fuoco per porre fine alle sofferenze della popolazione” e sembra intanto che sia stato confermato il consenso per “accrescere l’isolamento internazionale di Mosca”. Questo è ciò che emerge da Palazzo Chigi, dove viene riconfermato anche il bisogno di diversificare le fonti energetiche in modo tale da ridurre la dipendenza da Mosca. Nel frattempo è rinnovato l’impegno armamentario: dal New York Times viene anticipato l’invio da Washington di un nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari in aiuti militari, al quale si aggiungono le dichiarazioni del Canada sull’invio di artiglieria pesante e del Regno Unito.