L’Alleanza aggiorna il documento-guida denominato “Strategic Concept”, pubblicato ogni dieci anni. L’ultima versione è quella di Lisbona 2010. Ecco come cambiano i rapporti geopolitici
Aggiornato in occasione del summit a Madrid il documento-guida della Nato, “Strategic Concept”, che viene redatto circa ogni dieci anni e che quindi va ora a sostituire il precedente di Lisbona del 2010. Se ai tempi della Guerra Fredda i punti rimanevano segreti, essendo il documento considerato di natura sensibile, oggi sono invece disponibili pubblicamente.
Non si può rigettare l’ipotesi di un attacco. I regimi autoritari sfidano la democrazia
Gli Alleati non possono più scartare l’ipotesi di un attacco contro la loro sovranità e integrità territoriale, dal momento che la natura delle minacce è ora “globale e interconnessa”. Così come lo è il sistema di comunicazioni, quindi, lo sono anche i possibili pericoli che l’Alleanza si potrebbe trovare ad affrontare. I regimi autoritari sfidano “gli interessi e i valori democratici” dei membri Nato e al contempo investono in “sofisticate capacità militari, anche missilistiche, sia convenzionali che nucleari”.
Russia e Cina: due forme di attenzione diverse
Diversi i paragrafi dedicati al ruolo di Russia e Cina. In modo inedito, si affronta la partnership strategica tra Pechino e Mosca, che letta in avversione ai valori e agli interessi condivisi dall’Alleanza.
La Russia torna a essere “la più significativa minaccia diretta. Punta a destabilizzare i Paesi del nostro sud e del nostro est”, ponendo una sfida strategica nell’Artico (l’accusa alla Norvegia per il blocco dei rifornimenti per i minatori russi – ndr), e rafforzando la presenza militare nel mar Baltico, nel Mediterraneo e nel mar Nero; ulteriore fonte di preoccupazione proviene dall’integrazione della Bielorussia.
La Cina invece viene definita una “sfida”, più che una minaccia, sebbene uno dei paragrafi non sia indulgente con la Repubblica Popolare: Pechino userebbe infatti la sua leva economica “per creare dipendenze strategiche e aumentare la sua influenza”. Compierebbe inoltre “operazioni maligne ibride e cibernetiche” per minare la sicurezza alleata.
Tra le nuove sfide, centrale quella del cambiamento climatico
Le nuove sfide (cyber, ibride e spaziali) sono trattate in maniera approfondita, ma quella di maggiore importanza ha per protagonista il cambiamento climatico.
La Nato promette di rafforzarsi in tutti questi settori e assicura di lavorare per identificare e ridurre eventuali vulnerabilità strategiche, incluse le “infrastrutture, le catene di valore e i sistemi sanitari”; contestualmente, saranno rafforzati sicurezza energetica e servizi essenziali per le popolazioni.
L’aspetto più pratico del documento 2022 è il nuovo modulo forze Nato, integrato sui cinque domini (terra, mare, aria, cyber e spazio), che prevede truppe pre-assegnate, ma non dislocate, a specifiche aree e Paesi, mezzi pre-posizionati ed effettivi rafforzati per le rotazioni.
Stando al sottosegretario generale Jens Stoltenberg, gli Alleati si impegnano a fornire “entro l’anno” al Comando Supremo (Saceur) 260mila forze aggiuntive, a vari livelli di prontezza.