I risultati definitivi della tornata elettorale di metà mandato negli Stati Uniti non sono ancora chiari, ma dalle prime proiezioni l’onda rossa del partito Repubblicano non supera il muro dei Dem
Risultati ancora incerti per le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti – le famose e importanti midterm elections – dove i cittadini sono chiamati alle urne per rinnovare metà dei rappresentanti del Congresso e i governatori federali. Il partito Repubblicano è stato più volte dato per favorito nelle proiezioni pre-elettorali, ma dai primi risultati sembra proprio che l’ondata rossa del tycoon Trump e dei suoi fedelissimi possa non essere così travolgente come ci si aspetta.
Sono circa 435 i seggi da rinnovare alla Camera e 35 al Senato. Nei grandi Paesi trascinanti, come New York o la democratica California, passano in vantaggio senza alcun problemi i candidati del partito di Joe Biden.
Anche in Florida passa al primo colpo nella carica di governatore l’italoamericano Ron DeSantis, candidato nell’area trumpiana la cui elezione conferma, in qualche modo, quel cambiamento politico nello stato di Miami, diretto sempre più verso il conservatorismo del Grand Old Party repubblicano.
È lo stesso DeSantis a lanciare la mina contro il tycoon, pronto a rubare il posto nelle eventuali elezioni per decidere il candidato alle presidenziali del 2024. L’italoamericano definisce la sua vittoria un “gran successo”, ma si scaglia verso Trump: l’ex presidente non avrebbe mandato al neogovernatore le congratulazioni della vittoria al suo collega, pronto ora a entrare in collisione con lui.
Midterm elections da grandi e piccole sorprese
I repubblicani avanzano lentamente alla conquista della Camera del Congresso, ma la corsa al Senato è ancora tutta da decidere. Se la Florida, come detto, si conferma rossa con Ron DeSantis, la Pennsylvania, dopo un arguto testa a testa, conferma come governatore il democratico Josh Shapiro, che dà uno schiaffo a Doug Mastriano, il fedelissimo di Trump, negazionista del cambiamento climatico.
Perde anche Beto O’Rourke in Texas nella corsa verso il Senato e Stacey Abrams in Georgia, sconfitta per la seconda volta da Brian Kemp, repubblicano ostile alla linea di partito impostata da Trump. Le midterm election 2022 sono state anche le elezioni dei primati: in Massachussetts vince la dem Maura Healey, prima donna e prima candidata apertamente omosessuale, mentre in Maryland vince Wes Moore, primo governatore afroamericano.
Anche un record generazionale in questa elezione: a ricevere tanti voti anche il 25enne Maxwell Alejandro Frost, primo membro della generazione Z a ricevere un seggio nel Congresso. Alle Hawaii vince il dem Josh Green.
Trump mormora di nuovo alle elezioni rubate
Questa volta gli Usa non sono arrivati impreparati: la paura che si possa verificare un nuovo assalto al Campidoglio, dopo il caos del 6 gennaio 2021, è stata contenuta con il massimo degli sforzi. Nonostante ciò, non si arrende Donald Trump convinto che, anche in questa tornata elettorale, qualcuno stia cercando di ingannarlo.
Sul suo social Truth, lanciato dopo il ban da Twitter, il tycoon esclama “Sta accadendo la stessa cosa che successe nel 2020 con i brogli elettorali?”. Si punta il dito contro le disfunzioni a Detroit e nella contea di Maricop, dove il ricorso del Grand Old Party per posticipare la chiusura dei seggi è stato respinto.