In Bielorussia Lukashenko proibisce la commercializzazione di “1984” di George Orwell, arrestato editore Andrey Yanushkivich
La celebre opera “1984” di George Orwell, romanzo che racconta la dittatura, viene messa all’indice nella Bielorussia da Lukashenko. Il governo di Minsk ha chiesto agli editori bielorussi di non commercializzare il libro, sia ritirandolo dagli scaffali e sia sospendendo la vendita online. L’ordinanza è entrata in vigore dallo scorso 19 maggio ed è un atto di vera e propria censura operato da Lukashenko, primo alleato del Cremlino nella guerra in Ucraina. Dal momento in cui è entrato in vigore l’ordine, per la popolazione bielorussa è vietato non solo acquistare una copia del romanzo, ma anche possederne una in casa.
A raccontare i fatti fonti ucraine che citano Nasha Niva (Il nostro campo), un settimanale bielorusso che pubblica dall’esilio svizzero dopo che le autorità nel 2021 ne avevano previsto la chiusura. Anastasia Lapatina giornalista de il Kyiv Indipendent osserva che «Tutti i divieti sulla letteratura sono orrendi, ma lo sono ancora di più quando riguardano un libro che descrive perfettamente i nostri vicini», riferendosi non solo a Lukashenko quanto anche alla propaganda di guerra in Russia.
Arrestato l’editore Andrey Yanushkivich, trovate in casa copie di “1984”
Prima che Alexander Lukashenko vietasse Orwell, il romanzo che racconta la dittatura, «il 16 maggio l’editore Andrey Yanushkevich e un collega sono stati arrestati dopo che il suo appartamento è stato perquisito dalle forze di sicurezza dello Stato. Hanno confiscato 200 copie del libro», come racconta Iryna Pavlenko del Kyiv Indipendent del 19 maggio. Da notare come alla perquisizione, avvenuta con un certo anticipo sull’entrata in vigore della messa al bando dell’opera, sia seguita la chiusura della casa editrice.
La casa editrice di Yanushkevich era colpevole di aver pubblicato la versione del romanzo in lingua bielorussa nel 2020, divenuta poi un successo letterario il seguente anno.
D’altronde, era stato lo stesso Orwell a descrivere nel suo capolavoro distopico la rappresentazione di un regime autoritario che tiene soggiocata la vita di tutti i cittadini. Lo slogan del Grande Fratello, entità misteriosa che governa il mondo di “1984”, richiama alla retorica del conflitto a cui si assiste da quasi tre mesi: «La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza».
Il controllo esercitato sulle menti dei protagonisti del romanzo avviene anche attraverso la censura letteraria, o la riscrittura di notizie e della storia, seguendo i dettami del partito totalitario al potere. «È una mossa comune a tutti i dittatori: vietare la verità su come funziona il meccanismo della repressione – commenta il poeta bielorusso Serhiy Prylutsky – È stupido, ma è completamente nello spirito di Lukashenko».
1984, un capolavoro controverso
Non è la prima volta che “1984”, il più famoso romanzo dello scrittore inglese George Orwell, finisce al centro della cronaca. Oggi, dopo 73 anni dalla prima edizione la sua forza irriverente ancora non si placa. Solo pochi mesi fa, infatti, l’università inglese del Northampton aveva sconsigliato la lettura del libro ai suoi studenti per «materiale esplicito». Il romanzo era considerato «offensivo e inquietante».
Una motivazione differente da quella operata in Bielorussia, ma altrettanto paradossale visto che uno dei bersagli della critica di Orwell era proprio la censura. Per il suo potere controverso, inoltre, fino al 1987 fu vietato possedere una copia del romanzo nei territori dell’URSS.
Il capolavoro del romanziere inglese fu scritto nel 1948, dopo i tragici anni della Seconda mondiale che vedeva contrapposti due regimi totalitari: la Germania nazista di Hitler e l’Unione Sovietica di Stalin. Orwell, che aveva combattuto contro i franchisti spagnoli nel 1934, portava nelle pagine la sua visione disincantata delle dittature e la loro propaganda.