La Romania è pronta a tornare al voto domenica 4 maggio per le elezioni presidenziali, dopo l’annullamento dei risultati del primo turno dello scorso novembre. Allora era stato l’estremista di destra e filo-russo Calin Georgescu a sorpresa a ricevere il miglior risultato, ma la Corte Costituzionale, a soli due giorni dal ballottaggio di dicembre, invalidò le votazioni.
La decisione clamorosa era da imputare alla presenza di irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale del candidato vincitore e le pesanti accuse di interferenze russe sul voto, in particolare attraverso campagne di disinformazione su TikTok.
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In seguito al provvedimento della Corte Costituzionale romena, Georgescu si era ricandidato nuovamente, per poi essere estromesso dalle prossime elezioni in Romania da parte della commissione elettorale di Bucarest. Nel mentre è finito sotto inchiesta con accuse di attentato all’ordine costituzionale e creazione di un’organizzazione ultra-razzista.
Qualora domenica nessun candidato raggiungesse la maggioranza assoluta richiesta, il 18 maggio si avrà il ballottaggio. Mentre i seggi in Romania resteranno aperti domenica 4 maggio dalle 7 alle 21, i romeni residenti all’estero possono votare già oggi e domani; in Italia sono stati allestiti 161 seggi.
L’ascesa dell’ultra-destra in Romania
Al posto di Georgescu si è candidato George Simion, il quale si è espresso, dal momento dell’annullamento dei voti, a sostegno del predecessore e contro la tirannide di Bruxelles, rea di aver architettato l’invalidamento dei seggi di novembre per evitare la salita al potere dell’estrema destra.
Il leader del partito nazionalista AUR punta a trasformare le elezioni “rubate” in una vittoria e la sua promessa di “mettere la Romania al primo posto”, sopra l’Unione Europea, sta riscuotendo molto successo nel Paese, infatti, ad oggi, sembra il favorito per il “nuovo” primo turno. Anche per il seguito che ha riscosso su TikTok tra i più giovani.
Alle elezioni parlamentari dello scorso novembre è arrivato secondo ottenendo circa il 18% dei voti. I sondaggi si attendono che possa ottenere tra il 30% e il 35% dei voti alle presidenziali.
Simion si è reso responsabile negli ultimi anni di atti di violenza contro la minoranza ungherese nel Paese, inoltre coltiverebbe il sogno di costruire una Grande Romania che includa Moldavia e parti dell’Ucraina. Retorica che ha dovuto mettere da parte in campagna elettorale per avvicinarsi al pensiero della maggior parte della popolazione romena.
Per la prima volta dal rovesciamento del comunismo di Ceausescu, un partito di estrema destra è in testa ai sondaggi per le elezioni presidenziali della Romania. Le previsioni rispettano la formazione del Parlamento poiché anche lì la presenza oltranzista è nutrita: l’estrema destra rappresenta circa il 35% dei seggi.
I candidati centristi filo-UE
Secondo le attese, sotto Simion si dovrebbe piazzare Crin Antonescu, il candidato congiunto della coalizione tripartitica di governo pro-Ue composta da Partito Socialdemocratico (PSD), Partito Nazionale Liberale (PNL), di cui è stato anche leader, e Alleanza Democratica degli Ungheresi in Romania (UDMR), da tempo filo-Orban. Nonostante i tre partiti siano considerati centristi, dal profilo moderato e sensibili alle politiche europee, negli anni hanno sviluppato un carattere nazionalista.
Nicusor Dan è il sindaco di Bucarest dall’ottobre 2020 e si candida alle presidenziali in Romania come un indipendente progressista liberale. A differenza di Antonescu e, chiaramente, di Simion si è espresso a favore del sostegno incondizionato all’Ucraina.
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