“Partito estremista” è la dicitura con cui è stato categorizzato ufficialmente l’Afd, Alternative fur Deutschland, dall’Ufficio federale per la Protezione della Costituzione. Dopo un’inchiesta durata diversi anni, i servizi interni tedeschi, noti come BfV, hanno avuto conferma del sospetto che il partito guidato da Alice Weidel perseguisse obiettivi contrari all’ordinamento democratico liberale.
Sembrerebbe che l’AfD abbia una “visione del popolo, basata su criteri etnici e di discendenza, predominante all’interno del partito“, che sia “incompatibile con l’ordine democratico liberale“, tanto da mirare a escludere determinati gruppi di popolazione dalla partecipazione paritaria alla società, “a sottoporli a discriminazioni contrarie alla Costituzione e ad attribuire loro uno status giuridico inferiore“.
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La decisione dei servizi segreti avrebbe irritato enormemente due figure di spicco dell’attualità politica internazionale. In primo luogo, Elon Musk, uomo più ricco del mondo e strenuo sostenitore dell’Alternative fur Deutschland, che ha definito l’etichettatura del partito come “una attacco estremo alla democrazia“, in quanto escluderebbe il partito centrista più popolare in Germania.
In secondo luogo, si è espresso sulla questione anche il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, che ha definito ciò che si sta verificando in Germania come una “tirannia mascherata“, in quanto il governo avrebbe conferito ad una sua agenzia di spionaggio nuovi poteri per monitorare l’opposizione.
Rubio ha poi sostenuto che il vero estremismo sarebbe rappresentato non dalle politiche di Adf, ma dalle teorie di immigrazione a frontiere aperte dell’establishment, a cui il partito di Alice Weidel si starebbe opponendo. Quella di Rubio sarebbe una nuova interferenza della politica statunitense in Germania, dopo che il vicepresidente Usa, JD Vance, a metà febbraio, nel corso di un discorso a Monaco ha sostenuto che in Europa starebbe “regredendo” la libertà di espressione.
Le motivazioni dietro la decisione dei servizi su Afd
Concretamente, i BfV hanno rilevato che l’AfD, ad esempio, non considererebbe i cittadini tedeschi con una storia migratoria provenienti da Paesi a maggioranza musulmana, “come membri uguali del popolo tedesco definito etnicamente dal partito“.
Nei sondaggi politici, attualmente l’Afd si trova in un testa a testa serrato con la CDU, il partito cristiano democratico, con cui si combatte il titolo di primo partito in vetta in Germania. Tutto ciò avviene mentre la prossima settimana il governo di Friedrich Merz, CDU, giurerà per la formazione del governo. In realtà, solo nelle scorse settimane erano emersi i dati piuttosto simili che accomunano i consensi delle due forze politiche, con Afd al 26% e i cristiano-democratici al 25%. Inoltre, dopo le elezioni di febbraio, con l’eco delle politiche del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e gli ultimi eventi relativi alle intese per raggiungere la pace in Ucraina, l’AfD ha solo consolidato il suo consenso.
Il provvedimento attuato dai servizi ha suscitato però non poche reazioni contrarie. Lo stesso cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si è schierato contro la decisione e ha messo in guardia il Paese definendola un divieto affrettato. “Penso – chiarisce il cancelliere ai suoi ultimi giorni al potere – che questa sia una questione che non si può risolvere in fretta“. Intanto, la Corte costituzionale federale ha respinto tutte le richieste di divieto negli ultimi tempi.
Cosa succede ora al partito di Afd?
Cosa cambia ora che i servizi interni hanno segnato il partito come estremista? Potenzialmente, la decisione permette ai BfV di avere maggior margine di movimento contro l’AfD. Basti pensare alla libertà di poter fare registrazioni audio e video anche dei suoi leader nazionali, oltre al poter ricorrere all’uso di informatori all’interno del partito, come già stava avvenendo a livello regionale o per alcune formazioni giovanili.
C’è però l’altra faccia della medaglia. Ora, ogni mossa successiva sarà estremamente delicata. L’AfD può essere proibito solo dalla Corte Costituzionale, e questo soltanto dietro richiesta di uno dei due rami del Parlamento o del governo. Paradossalmente, l’uso degli informatori potrebbe diminuire, perché un’eccessiva presenza potrebbe attribuire allo Stato l’influenza e la manipolazione politica sul partito in un caso che approdasse ai giudici supremi.
La reazione a caldo dell’AfD non desta sorpresa. Il vicepresidente Stephan Brandner ha respinto subito oggi la nuova classificazione dell’agenzia. “Questa decisione dell’Ufficio per la protezione della Costituzione (BfV) – ha puntualizzato – è completamente priva di senso in termini di contenuto, non ha nulla a che fare con la legge e la giustizia, ed è puramente politica nel quadro della lotta dei partiti del cartello contro l’AfD“. Il partito, quindi, discuterà se intraprendere un’azione legale contro la nuova classificazione la prossima settimana.
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