Warren Buffett si ritira. E accusa Trump: “I dazi? Un grosso errore”

Il guru della finanza fa il suo annuncio nel corso del tradizionale incontro con gli azionisti ad Omaha, dopo aver fatto riferimento, senza menzionarlo, a Donald Trump e ai suoi dazi: "Il commercio non dovrebbe essere un'arma"

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Il sesto uomo più ricco del mondo, nonché finanziere più ascoltato di Wall Street, Warren Buffett, ha spiazzato i presenti all’incontro annuale degli investitori globali presso la sua conglomerata Berkshire Hathaway nel Nebraska, con un presa di posizione nei confronti delle politiche commerciali statunitensi che non è passata in sordina e un annuncio che doveva essere solo un’ipotesi da lanciare.

Invece, nel corso del suo intervento, Buffett si esprime sui dazi imposti dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, senza mai effettivamente menzionarlo. Con un “Il commercio non può essere un’arma“, Buffett si è unito al coro di “no” dei big di Wall Street alle tariffe che dal 2 aprile scorso incombono suli mercati di tutto il mondo.

Definendo i dazi trumpiani “un grosso errore“, il guru della finanza ha spiegato di non ritenere “giusto” e “saggio” usare il commercio come un atto di guerra. Anzi, pensa che “più il resto del mondo diventerà prospero, non a nostre spese, tanto più noi diventeremo prosperi e ci sentiremo sicuri, e un giorno lo saranno anche i nostri figli“. Quindi, ha messo in guardia che può essere pericoloso per un Paese offendere il resto del mondo rivendicando la propria superiorità.

Due mesi fa Buffett aveva già dichiarato alla Cbs che i dazi “sono una tassa sulle merci”, e non un modo relativamente indolore per aumentare le entrate, come ha suggerito Trump. “Voglio dire che la Fatina dei denti non li paga!“, aveva ironizzato il miliardario.

Le tensioni sui mercati innescate dai dazi del tycoon hanno interferito anche sugli utili operativi di Berkshire Hathaway, segnando un calso del 14% a 9,64 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2025, con oltre 700 milioni di dollari di perdite legate ai cambi. Infatti, come sottolineato dalla stessa società nel rapporto sugli utili trimestrali pubblicato sabato, i risultati operativi periodici della holding “possono essere influenzati nei periodi futuri dall’impatto degli eventi macroeconomici e geopolitici in corso, così come da cambiamenti in fattori o a eventi specifici del settore o dell’azienda“.

Il ritmo con cui si susseguono questi eventi, inoltre, comprese le politiche commerciali internazionali e le tariffe, è accelerato nel 2025. Il gruppo ha rilevato come permanerebbe “una notevole incertezza sull’esito finale di questi eventi. Nel gotha della finanza americana, le personalità che si sono espresse in opinioni contestanti i dazi di Trump sono stati svariate. Tra questi anche il fondatore miliardario dell’hedge fund Peshing square capital management, Bill Ackman, oltre all’Ad di JPMorgan, James Dimon e il capo del team hedge fund di Goldman Sachs, Tony Pasquariello.

Le dimissioni di Buffett e il suo successore

Warren Buffett, 94 anni, nel chiudere il suo intervento ha rivelato l’intenzione di rassegnare le sue dimissioni entro la fine del 2025 dalla carica di Ceo della sua holding statunitense, colosso valutato oltre 1000 miliardi di dollari e con attività liquide pr 300 miliardi. Al suo posto, dopo aver puntualizzato di non voler vendere le se azioni in Berkshire Hathaway, “l’oracolo di Omaha“, definito così per la sua abilità nelle previsioni sui mercati finanziari, Warren ha lanciato anche il suo endorsement per il successore designato, l’attuale vicepresidente: “È arrivato il momento per Greg Abel di
diventare direttore generale della società alla fine dell’anno
“.

Abel è un imprenditore milionario canadese, top manager del gruppo Omaha dal 2018 e dal 2021 è stato designato dallo stesso Buffett come successore al comando. Nonostante si fosse a conoscenza del fatto che avrebbe preso le redini dopo il finanziere più in voga di Wall Street, nessuno si sarebbe immaginato che sarebbe stato lasciato in un momento di forte tensione per i mercati finanziari come l’attuale.

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