Secondo le stime di Confcommercio ci sarà un giro d’affari di oltre tre miliardi. Si parte il primo luglio con la Sicilia, poi via a tutte le altre regioni. I consigli e le buone pratiche per risparmiare in modo corretto
Al via da domani in Sicilia i saldi estivi e dal 2 luglio in tutte le altre Regioni. Unica eccezione: la provincia autonoma di Bolzano, dove si dovrà attendere fino al 15 del mese in arrivo. Federazione Moda Italia e Confcommercio ricordano per l’occasione alcuni principi base per il corretto acquisto degli articoli in saldo.
Cambi e prova dei capi
Cambi: la possibilità di cambiare un capo dopo averlo acquistato è di solito lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto venduto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso, spiega Confcommercio, il negoziante è tenuto a ripararlo o sostituirlo; qualora non fosse possibile, scatta l’obbligo di ridurre o restituire il prezzo pagato. Da parte sua, l’acquirente è tenuto a denunciare il difetto di quanto comprato entro i due mesi dalla data della scoperta. Modifiche sartoriali sono invece a carico del cliente, salvo diversa pattuizione. Rimessa alla discrezionalità del negoziante anche la prova dei capi, servizio non obbligatorio.
Pagamenti e sconti
Per quanto riguarda la sfera dei pagamenti, le carte di credito devono essere accettate dal negoziante. I prodotti in vendita interessati dai saldi devono avere carattere stagionale o di moda e subire un effettivo e notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo limite di tempo.
Il prezzo normale di vendita, così come la risultante dallo sconto applicato e il prezzo finale devono essere obbligatoriamente riportati, in maniera da permettere all’eventuale cliente di avere una panoramica chiara riguardo la percentuale di sconto e l’effettivo risparmio rispetto al prezzo originale del capo.
Confcommercio: prevista una spesa totale di oltre tre milioni da parte degli italiani
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 202 euro, pari a 88 euro pro capite, per un valore complessivo di 3,1 miliardi di euro.