La pasta conquista il mondo. Tutti la amano, tutti la vogliono. A pranzo, a cena e perché no, anche a colazione o a merenda. Lei può tutto. L’Italia indubbiamente ne è la Regina: il nostro paese non si smentisce, diventando il primo produttore al mondo con 3,6 milioni di tonnellate e un fatturato di oltre 7 miliardi di euro.
Inoltre, parlando sempre in termini numerici, i dati sulla produzione di pasta sono schizzati: nel 2023 quella mondiale ha sfiorato i 17 milioni , contro i 9 milioni del 1998. Chiaramente oltre a produrla la mangiamo anche: l’Italia si colloca al primo posto nella classifica dei Paesi in cui se ne mangia di più, con 23 kg pro-capite all’anno.
La pasta si adatta alla vita dei consumatori
Dai dati emersi si stima che in Italia venga prodotto il 25% della pasta consumata nel mondo e ben il 75% di quella consumata in tutta Europa. Dati questi che dimostrano quanto l’industria della pasta sia cambiata da 25 a questa parte.
“Quest’anno festeggiamo un traguardo importante, che conferma come la pasta sia un prodotto straordinario che porta ogni giorno gioia e convivialità sulla tavola di milioni di persone di tutto il mondo” – ha sostenuto, durante il World Pasta Day 2023, la presidente dei pastai dell’Unione italiana Food Margherita Mastromauro – “in qualità di produttori abbiamo visto come gli chef continuino a reinterpretarla, come i gastronomi la descrivano, gli antropologi esaltino il suo ruolo sociale, così come i nutrizionisti la consiglino per una corretta e sana alimentazione”.
In poche parole, secondo quanto riportato dalla Mastromauro, la pasta è oramai diventata un cibo internazionale, ricco di storia e cultura, nonché simbolo di buona alimentazione.
Il mondo mangia sempre più pasta
Negli ultimi anni, la pasta si è dunque diffusa sempre di più anche fuori dal bel paese. Sono aumentati del 6,4% i Paesi destinatari – quasi 200 – ed è triplicata la quota export, arrivata a 2,3 tonnellate – pari al 62,7% della produzione. I Paesi in cui è viene esportata la metà della produzione di pasta, i quali ne acquistano complessivamente il 58%, sono Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. Tra gli altri Paesi ad elevata ricezione risultano esservi Arabia Saudita, Polonia e Canada.
Per quanto riguarda, invece, il consumo, la leadership assoluta rimane dell’Italia dove 1 italiano su 2 la consuma ogni giorno, mentre 1 su 5 arriva anche a 4/5 volte a settimana. Una tendenza che potrebbe aumentare in futuro per 3 italiani su 10.
Nuove tipologie e formati
Un ultimo dettaglio che emerge dall’analisi è la possibilità che vengano aggiunti nuovi formati di pasta – con farine e ingredienti alternativi. Inoltre potrebbe venirsi a creare una nuova tradizione di consumo. La pasta potrebbe, infatti, apparire sulla tavola degli italiani anche in momenti meno tradizionali, controcorrente rispetto ad all’anima più conservatrice degli italiani.
“Gli italiani dimostrano grande apertura, confermando di essere pronti a consumarla appena svegli o come break durante la giornata” – conclude Margherita Mastromauro – “a patto che mantenga sempre alti i livelli di qualità e gusto”.
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