Tanta paura per Papa Francesco che oggi, nel corso dell’udienza generale, ha rischiato di cadere. Proprio mentre entrava all’interno dell’Aula Paolo VI, infatti, il bastone su cui si stava sorreggendo ha ceduto, causando un visibile tentennamento del Santo Padre, che però è riuscito a rimanere in equilibrio. Immediatamente raggiunto da Monsignor Leonardo Sapienza e dal suo aiutante, che lo hanno prontamente preso sotto braccio e aiutato a raggiungere la sua postazione.
La situazione è quindi tornata in breve tempo normale e il Papa ha proseguito la sua visita in sedia a rotelle, onde evitare nuovi spaventosi imprevisti. Solo due settimane fa, infatti, il Pontefice ha avuto un incidente domestico, che gli ha causato una contusione all’avambraccio destro e fortunatamente nessuna frattura. Anche in quel caso, si trattò di una caduta accidentale. Il Pontefice, però, riuscì a non modificare i suoi impegni della giornata e a portarli a termine, tenendo il braccio legato al collo con una fascia.
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Oggi, invece, il Santo Padre ha deciso di recarsi a San Pietro per portare un saluto e una benedizione ai pellegrini che oggi sono accorsi in massa per poter assistere all’udienza papale dai mega schermi. In sedia a rotelle, il Pontefice ha quindi deciso di raggiungerli, per poi ringraziarli per la loro presenza in questo anno così speciale.
Papa Francesco e l’omelia nell’Udienza giubilare
Il discorso di Papa Francesco all’Udienza Giubilare si è concentrato sulla capacità dell’uomo di modificarsi, di cambiare a seconda delle richieste di Dio, così come sulla sua capacità di riconoscere la sua parole, i suoi ordini. “La parola conversione indica un cambiamento di direzione“, ha sostenuto il Pontefice, ricordando come l’emblema di questo concetto sia proprio Maria Maddalena, guarita da Gesù con la sua misericordia e quindi “cambiata“.
Allo stesso modo, i fedeli devono essere pronti a riconoscere e rispondere a Dio, per questo il Pontefice ha chiesto loro: “Quando noi sentiamo che lo Spirito Santo agisce nel nostro cuore e sentiamo che il Signore ci chiama per nome, sappiamo distinguere la voce del Maestro?“. La troppa sicurezza e il troppo orgoglio che caratterizzano la generazione odierna rendono più complesso aprire cuore e ascolto a Signore, cadendo spesso nel peccato di dimenticarlo o lasciarlo indietro. “Qual è il mio posto? Qual è la missione che il Signore ci dà e questo pensiero ci aiuti a prendere una decisione coraggiosa nella vita“, ha concluso il Santo Padre.
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