Le indagini per la strage di Monreale, in cui hanno perso la vita tre giovanissimi ragazzi, si allarga ancora. Dopo i primi due fermi, oggi su disposizione della Procura di Palermo è stato arrestato Mattias Conti, 19enne originario del quartiere Zen, sospettato di aver preso parte alla sparatoria. Anche questo terzo giovane è ritenuto responsabile dei reati di strage e lesioni personali aggravate, così come di detenzione illegale e porto abusivo di pistola.
L’arresto, come spiegato dagli inquirenti, è giunto a a seguito di “ulteriori conferme al quadro indiziario già raccolto a carico dei due giovani fermati nei giorni scorsi“. Secondo gli investigatori, il 19enne avrebbe impugnato una pistola ed esploso diversi colpi di arma da fuoco verso la folla. Inizialmente, l’indagato si era reso irreperibile, per poi presentarsi in casera a Monreale accompagnato dal proprio legale.
Leggi Anche
Come riporta Ansa, sembrerebbe che il giovane sia stato individuato grazie ad una foto pubblicata dalla fidanzata di una delle tre vittime. La giovane avrebbe infatti postato una foto sui social, scattata prima della sparatoria. In questa immagine si vedono due dei tre arrestati, ovvero Calvaruso e Conti.
Il secondo fermo per la strage di Monreale
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno fermato nella notte un terzo giovanissimo, sospettato di aver preso parte alla sparatoria che lo scorso 26 aprile ha portato alla morte di tre ragazzi ventenni a Monreale. Il giovane fermato è un 18enne del quartiere Zen di Palermo, accusato in concorso del reato di strage. L’ipotesi è che questo abbia istigato il 19enne già fermato a sparare colpi di pistola ad altezza uomo in strada dove si trovavano oltre cinquanta persone.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, alla guida del motociclo su cui si trovava anche il 19enne vi sarebbe stato proprio l’ultimo fermato, che nella notte si sarebbe consegnato spontaneamente accompagnato dal suo avvocato. Il ragazzo si trova ora nella Casa Circondariale di Palermo “Pagliarelli“. Nella giornata di ieri, invece, gli inquirenti hanno individuato e sequestrato la moto utilizzata dai presunti responsabili.
Il 18enne ha dichiarato di non voler rispondere alle domande sul suo ruolo o sui presunti complici. Per il pubblico ministero che ha coordinato le indagini, però, le parole del 18enne mancherebbero di logica, in quanto questo si è dichiarato “pentito“, per poi sostenere di non aver avuto un ruolo nella sparatoria. Inoltre, il giovane ha ammesso di guidare la moto trovata dagli inquirenti, per poi dichiarare di non voler dire chi si trovasse a bordo del mezzo insieme a lui.
Le ricerche degli eventuali complici del 19enne indagato
Le indagini sui tre omicidi proseguono serrate. Il principale sospettato è un giovane di 19 anni del quartiere Zen di Palermo, che potrebbe però non aver agito da solo. L’indagato è stato accusato dei reati di strage, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco e si trova ora in carcere. Gli inquirenti sono però al lavoro per rintracciare gli eventuali complici del 19enne e per comprendere chi possa aver materialmente esploso i colpi mortali.
Il sospettato avrebbe inizialmente confessato con dichiarazioni spontanee, per poi avvalersi della facoltà di non rispondere quando interrogato sui suoi complici. Sul luogo del delitto, poi, sarebbero stati trovati un paio di occhiali da vista che l’indagato, nel corso delle dichiarazioni spontanee, ha ammesso essere di sua proprietà. Inoltre, a suo carico vi sarebbero anche le testimonianze di due presenti alla rissa e le dichiarazioni di una terza persona, ovvero colui che gli aveva prestato il motorino.
I funerali dei tre giovani di Monreale
Si sono celebrati venerdì alle 10:30 i funerali dei tre giovanissimi che hanno perso la vita nella notte tra sabato e domenica nel corso di una sparatoria in piazza a Monreale, in provincia di Palermo. Salvatore Turdo, Andrea Miceli e Massimo Pirozzo sono morti durante una serata tra amici, trasformatasi in pochi attimi in tragedia.
All’arrivo dei tre feretri, tutte bare bianche ciascuna con la foto di uno dei tre ragazzi, è scoppiato un lungo e forte applauso sia fuori che dentro il Duomo di Monreale. Sono presenti centinaia di persone alle esequie, tra cui molti giovani con magliette con sopra le foto dei tre ragazzi uccisi. Oggi nella cittadina in provincia di Palermo è lutto cittadino, per cui tutti gli esercizi commerciali, compresi i bar, sono chiusi in segno di lutto. Fuori dal duomo sono stati esposti tappeti di fiori, striscioni e fotografie, come segno di accompagnamento per l’ultimo viaggio dei tre giovanissimi.
Le ricerche degli eventuali complici
Gli investigatori sono al lavoro per individuare i presunti complici del 19enne indagato. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di 4 o 5 giovani coinvolti nella rissa e che potrebbero aver usato a loro volta armi da fuoco. Cruciali i video delle telecamere di sorveglianza, che potrebbero rivelare dettagli fondamentali su quanto accaduto.
Le indagini si starebbero concentrando su un secondo giovane, al momento non identificato, ma descritto come alto circa 1.90 m e con la barba e i capelli scuri. Il sospetto sarebbe giunto a bordo di un Bmw Gs nera vecchio modello e con lui vi sarebbe stata una seconda persona, tra gli autori materiali degli spari. Uno dei testimoni avrebbe infatti riferito dell’esplosione di numerosi colpo di arma da fuoco, “quasi in simultanea“, che potrebbero quindi essere stati sparati da più armi.
“Un mio amico ha sentito dire al conducente del Bmw al passeggero di non mirare in aria ma di sparare proprio sulla folla“, ha raccontato ancora il testimone, aggiungendo che chi avrebbe esploso i colpi sarebbe stato “basso e magro“.
La madre dell’indagato: “Siamo dispiaciuti”
La madre dell’indagato, che da ieri sera si trova in carcere, è stata ascoltata da LiveSicilia, a cui ha confessato di essere dispiaciuta per suo figlio, così come per le vittime della sparatoria di sabato sera. “Al momento non sappiamo nulla. Siamo distrutti“, ha dichiarato, per poi aggiungere: “Anche mio figlio era un grande lavoratore“. Ascoltato anche il 16enne rimasto ferito alla testa da un proiettile, che ha dichiarato di ritenersi “vivo per miracolo“. Il minore ha poi aggiunto di non aver preso parte alla rissa e di volere giustizia per quanto subito.
La dinamica: gli spari al culmine di un litigio
Una prima ricostruzione vede la lite scoppiata per futili motivi, forse un apprezzamento sul modo di guidare un motorino o un tentativo di furto di scooter, davanti a un centinaio di persone in via Benedetto D’Acquisto, nei pressi di Piazza Duomo. Dalle parole si è passati ai fatti: tavolini e bottiglie sono diventati armi improvvisate, poi qualcuno ha estratto una pistola.
Gli inquirenti hanno cercato di ricostruire la dinamica del violento litigio, giungendo alla conclusione che la rissa sarebbe nata a seguito di una discussione tra una delle vittime e il 19enne, che stava passando ad alta velocità con lo scooter in mezzo ai passanti. “Andate piano, qui è pieno di gente“, lo avrebbero sgridato Salvatore Turdo e Andrea Miceli, che in pochi secondi si sono trovati nel mezzo di una rissa a colpi di caschi. Una o più persone tra gli aggressori avrebbe poi estratto un’arma da fuoco dando inizio alla sparatoria mortale.
Le vittime: tre giovani vite spezzate
Le vittime della strage sono Salvatore Turdo, 23 anni, Andrea Miceli, 26 anni – cugini tra loro – e Massimo Pirozzo, 26 anni. Andrea Miceli, secondo quanto riferito, sarebbe riuscito a mettere in salvo la fidanzata, chiudendola dentro una macchina, prima di tornare verso il cugino e restare ucciso. Turdo e Pirozzo sono morti durante il trasporto agli ospedali Ingrassia e Civico di Palermo; Miceli è spirato successivamente al Civico.
Tra i feriti, un ragazzo di 16 anni – ora ricoverato al Policlinico di Palermo – è fuori pericolo, così come Nicolò Cangemi, 33 anni, anch’egli colpito da proiettili.
Soccorritori aggrediti
Durante i soccorsi, i sanitari del 118 sono stati aggrediti dai parenti delle vittime.
Il presidente della Seus, Riccardo Castro, ha lanciato un appello alla cittadinanza affinché venga rispettato il lavoro di chi opera nelle emergenze: “I nostri operatori meritano rispetto e protezione“, ha dichiarato.
Il lutto cittadino e le parole del sindaco
Di fronte alla tragedia, il Comune di Monreale ha deciso di annullare la 399ª festa del Santissimo Crocifisso e di proclamare il lutto cittadino nei giorni delle esequie.
“Vite spezzate di giovani che avrebbero dovuto vivere il proprio futuro. Questo è il momento per raccoglierci in preghiera e per dare conforto alle famiglie“, ha detto il sindaco Alberto Arcidiacono.
L’amministrazione comunale si farà carico anche delle spese dei funerali come gesto concreto di solidarietà.
Il commento politico: “Crisi dei valori”
Anche la politica regionale è intervenuta. “Tre giovani vite spezzate. Il mio pensiero e il mio cordoglio alle famiglie, agli amici e a tutta la comunità di Monreale”, scrive su X il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. “Ci dev’essere massimo impegno affinché’ gli assassini vengano individuati e sbattuti in galera”, aggiunge Salvini.
Stefano Pellegrino, presidente dei deputati regionali di Forza Italia, ha parlato di “profondo sgomento e crisi dei valori“, sottolineando il “preoccupante disprezzo per la vita umana“, emerso dalla strage. Pellegrino ha espresso fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura, auspicando che “i responsabili vengano assicurati alla giustizia nel più breve tempo possibile“.
Le indagini proseguono
I carabinieri stanno ora lavorando sull’analisi delle immagini di videosorveglianza, ascoltando decine di testimoni per ricostruire con precisione i drammatici momenti della notte. Monreale e l’intera Sicilia piangono tre giovani vite spezzate in una tragedia senza precedenti.
++Articolo in aggiornamento++
© Riproduzione riservata