Mafia, incastrati gli assassini di Mico Geraci a 25 anni dalla sua morte

La lotta alla mafia in Italia non si è mai fermata e probabilmente non si fermerà ancora per molto tempo, vista la presenza di numerose famiglie mafiose su buona parte del territorio nazionale. Fortunatamente però, un triste capitolo durato due decenni e mezzo è finalmente giunto al termine con l'arresto dei mandanti dell'omicidio di Mico Geraci

Redazione
3 Min di lettura

Un mistero durato 25 anni è stato finalmente risolto, facendo luce sulla tragica fine di Domenico “Mico” Geraci, il sindacalista della UIL assassinato l’8 ottobre 1998 a Caccamo, nel palermitano, davanti al figlio e alla moglie; fu aggredito davanti casa sua e ucciso da due uomini con una raffica di colpi sparati da un fucile a pompa, per conto di mandanti di cui solo oggi si conosce la vera identità: Pietro e Salvatore Rinella, boss di Trabia.

L’indagine, guidata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Palermo sotto la guida del procuratore Maurizio de Lucia, ha finalmente identificato i presunti mandanti di questo omicidio e ha emesso ordini di custodia cautelare nei confronti dei Rinella, detenuti in carcere. 

Le lunghe indagini sulla morte di Geraci

Le indagini su questo omicidio hanno attraversato varie fasi nel corso degli anni, con ripetute archiviazioni e riaperture. Nonostante fosse stata fin dall’inizio focalizzata sulla pista mafiosa, nessuno era riuscito a individuare né i mandanti né gli autori materiali del delitto. La prima archiviazione risale al 2001, ma dopo le rivelazioni del pentito Nino Giuffrè, ex capo del mandamento di Caccamo, le indagini furono riaperte.

Mafia Mico Geraci
Foto della scena del crimine dell’omicidio di Mico Geraci

Le dichiarazioni di Giuffrè, tuttavia, non furono supportate da prove concrete e nel 2006 si registrò una seconda archiviazione del caso. Tuttavia, le informazioni fornite dallo stesso Giuffrè hanno gettato luce sul contesto in cui è avvenuto l’assassinio, attribuendo la decisione di eliminare Geraci al boss mafioso corleonese Bernardo Provenzano.

Negli anni successivi, altri ex mafiosi come Emanuele Cecala, Andrea Lombardo e Massimiliano Restivo hanno deciso di collaborare con la giustizia, fornendo ulteriori dettagli su una serie di delitti irrisolti, inclusa la morte di Geraci. Questo ha portato alla riapertura dell’inchiesta e, infine, all’emissione dei provvedimenti cautelari contro i presunti mandanti, i fratelli Rinella.

Mafia: la dinamica dell’omicidio

La DDA ha concluso, dopo un’attenta indagine, che Mico Geraci, sindacalista della Uil di 44 anni, era stato assassinato a causa del suo impegno civico e politico, essendo noto per aver apertamente criticato la famiglia mafiosa di Caccamo, diventando un ostacolo per gli interessi consolidati della criminalità organizzata locale. Il suo coraggio ha attirato l’attenzione del temuto boss mafioso Bernardo Provenzano, il quale personalmente ha ordinato l’eliminazione di Geraci.

A quel punto Pietro e Salvatore Rinella, affiliati alla famiglia di Trabia, su istigazione di Provenzano, avrebbero orchestrato e pianificato l’omicidio del sindacalista, attuato poi da due giovani criminali, entrambi successivamente eliminati. In particolare, uno dei giovani è stato assassinato per mano dei Rinella stessi, confermando il coinvolgimento diretto della famiglia mafiosa nell’attuazione del delitto.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo