L’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi nel processo per la casa di Montecarlo legato all’indagine sull’operazione di compravendita, che risale al 2008, di un appartamento lasciato in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale. La compagna, Elisabetta Tulliani, è stata condannata a 5 anni mentre il fratello di lei, Giancarlo Tulliani, a 6 anni e il padre dei due, Sergio Tulliani, a 5 anni.
Il processo verteva su una casa a Montecarlo, nel principato di Monaco, lasciata in eredità da Anna Maria Colleoni – discendente di una famiglia nobiliare – ad Alleanza Nazionale, il partito di cui Fini fu presidente dalla sua fondazione nel 1995 fino al 2008. Secondo i giudici la famiglia della compagna di Fini è colpevole di riciclaggio.
Le parole di Fini
“Non sono deluso: non sono stato ritenuto responsabile di riciclaggio, evidentemente l’unica cosa che ha impedito di assolvermi è l’autorizzazione alla vendita dell’appartamento che è del tutto evidente non è stata da me autorizzata. Me ne vado più sereno di quello che si può pensare dopo 7 anni di processi. Ricordo a me stesso che per analoga vicenda una denuncia a mio carico fu archiviata dalla procura di Roma“, ha detto Fini appresa la sentenza. “È giusto avere fiducia nella giustizia, certo se fosse un po’ più sollecita. Dopo tanto parlare, dopo tante polemiche, tante accuse, tanta denigrazione da un punto di vista politico sono responsabile di cosa? Di aver autorizzato la vendita. Non mi è ben chiaro in cosa consista il reato“, ha poi aggiunto.
Fini: il processo
Il 18 aprile scorso, il collegio difensivo di Fini aveva depositato una memoria difensiva. Nel documento gli avvocati affermavano che è “evidente quanto la dichiarazione resa da parte di Elisabetta Tulliani sia incontrovertibilmente atta a riscontrare quanto emerso nel procedimento relativamente alla estraneità di Fini“. La Tulliani “attraverso le proprie spontanee dichiarazioni si è prodotta in affermazioni auto ed etero-accusatorie. Dichiarazioni in cui, altresì ha inteso chiarire espressamente l’inconsapevolezza, da parte di Fini, relativamente ai rapporti intercorrenti e alle azioni poste in essere dalla stessa congiuntamente al fratello Giancarlo Tulliani“.