Frusinate, 22enne si toglie la vita dopo il suicidio della fidanzata 16enne: aumentano i casi tra i giovani

I giovani, specie quando isolati e senza adeguato supporto, sono sempre più vulnerabili ai disturbi mentali. L'influenza negativa di alcuni aspetti della realtà virtuale, unita a problemi di ansia e depressione, può sfociare talvolta in autolesionismo o, nei casi peggiori, in suicidio. Nonostante una diminuzione nel numero complessivo di suicidi, i problemi psichiatrici tra i giovani restano in costante crescita, un trend che la pandemia di Covid-19 ha solo aggravato

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Un’altra tragedia ha colpito la provincia di Frosinone. Lorenzo Lazzari, un giovane di 22 anni, si è tolto la vita la scorsa notte a Veroli, una cittadina alle porte del capoluogo. Il gesto estremo del ragazzo segue di pochi giorni la morte della sua fidanzata sedicenne, anch’essa suicida lo scorso 4 giugno. 

Suicidi: in Italia, una strage di adolescenti

Questa triste vicenda si aggiunge a una preoccupante serie di tragedie simili che ha colpito la provincia dall’inizio dell’anno. Fino ad oggi, sono stati registrati ben 22 suicidi, molti dei quali hanno riguardato giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni. Solo nel mese di maggio, nove ragazzi hanno deciso di porre fine alla propria vita, tra cui un sedicenne e due ventitreenni. Altri sette nel mese precedente. 

La criminologa Roberta Bruzzone ha commentato la faccenda all’AGI, sottolineando la gravità della situazione segnalata dall’altissimo numero di ragazzi molto giovani che ogni anno decidono di compiere il passo estremo. “Purtroppo, la problematica depressiva e ansiosa è esplosa particolarmente tra i giovani tra i 13 e i 19 anni. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un incremento delle condotte suicidarie in questa fascia d’età“.

Roberta Bruzzone
La criminologa Roberta Bruzzone

Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Bambino Gesù e professore all’Università Cattolica, ha delineato un quadro preoccupante: “Il caso del giovane di Veroli potrebbe essere legato a un dolore improvviso, ma la maggior parte dei giovani che vediamo in Pronto Soccorso o in reparto hanno alle spalle mesi, se non anni, di autolesionismo. E questi casi stanno aumentando“. Nel 2023, le consulenze neuropsichiatriche al pronto soccorso del Bambino Gesù sono state oltre 1800, contro le circa 200 del 2013. Ogni giorno, almeno quattro bambini o ragazzi accedono in emergenza per problematiche mentali, con 387 ricoveri nel reparto di Neuropsichiatria per i casi più complessi.

Depressione: fenomeno in forte crescita in tutto il mondo

Ogni anno, nel mondo, si contano circa 46.000 suicidi tra gli adolescenti, mentre nei soli tre anni della pandemia si è registrato un aumento del 30% delle diagnosi di disturbi psichici. In Italia, i sintomi depressivi sono quintuplicati, coinvolgendo fino a una persona su tre. Nonostante i grandi passi avanti fatti dalla società nel percorso di comprensione ed accettazione dei disturbi mentali, ad oggi sussiste ancora moltissima disinformazione, pregiudizi e stigma sociali relativi a tali tipi di patologie, cosa che non fa altro che isolare ancora di più chi ne soffre.

Al tempo stesso, malattie psichiatriche gravi come depressione, bipolarismo, disturbo borderline di personalità risultano anche molto difficili da spiegare per chi ne soffre e comprendere per chi non ne soffre. Di conseguenza, i tempi per eventuali diagnosi spesso vengono dilatati, aumentando le probabilità che chi soffre di tali patologie possa decidere di farla finita prima ancora di poter ricevere aiuto. 

Gli esperti avvertono che la prevalenza dei disturbi mentali sta per superare quella delle patologie cardiovascolari. Entro il 2030, depressione e altre patologie psichiche saranno le più diffuse nel mondo. In Italia, il costo dei disturbi mentali è pari al 4% del Prodotto Interno Lordo, considerando sia le spese dirette sia quelle indirette. La diminuzione dell’aspettativa di vita per chi ne soffre è di circa 10 anni. Tuttavia, le risorse destinate ai Servizi di Salute Mentale pubblici sono in continuo calo, rappresentando solo tra il 3 e il 5% del totale della spesa sanitaria pubblica, ben al di sotto dell’indicazione europea del 10% per i Paesi ad alto reddito. Anche i Dipartimenti di Salute Mentale sono diminuiti, passando da 183 nel 2015 a 141 nel 2020. Entro il 2025, si prevede che si perderanno altri mille psichiatri.

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